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Ospite a "Jazz Meeting" il duo Giorgio li Calzi e Manuel Zigante

Il polistrumentista e il violoncellista hanno eseguito a Milano i brani dellʼalbum "Solaris"

Ospite a "Jazz Meeting" il duo Giorgio li Calzi e Manuel Zigante - foto 1
Roberto Masotti

L' Auditorium di Radio Popolare a Milano ha ospitato il concerto del trombettista e polistrumentista Giorgio Li Calzi e del violoncellista Manuel Zigante.

Il concerto è stato organizzato dall'associazione "Città Sonora", ideata da: Sergio Armaroli, Claudio Chianura, Francesca Gemmo, Roberto Masotti, Steve Piccolo, Walter Prati e Giancarlo Schiaffini.

 I due musicisti hanno eseguito brani dal loro album "Solaris", ispirato al capolavoro del grande regista russo Andrej Tarkovskij e pubblicato nel 2017 da Machiavelli Records.

Li Calzi, oltre a produrre 12 dischi a suo nome, ha avuto numerose collaborazioni: con la cantante rock brasiliana Lenin o ancora Wolfgang Flur, storico componente dei Kraftwerk. Manuel  Zigante ha svolto un'intesa attività concertistica con il compositore Gyorgy Kurtag. Fondatore del quartetto di Torino, Zigante è  anche un grande appassionato della montagna.

A Giorgio Li Calzi abbiamo chiesto come è nato uno de brani più suggestivi dell'intero concerto, con la voce di una cantante libanese trovata nella "rete".
"Siamo dei navigatori, spiega Li Calzi, cercavamo musiche  per uno spettacolo teatrale e per caso trovammo questa melodia che nel testo parla di amore universale, la sua voce mi ha colpito ed è nato il pezzo concepito come uno studio sulle minoranze etniche, dal li poi è nato lo spettacolo, realizzato con lo scrittore Fabio Geda.
Per me l'elettronica è uno strumento vero e proprio, come lo è la tromba, anche se ho iniziato molti anni fa con i suoni elettronici e solo successivamente, dai primi anni '90, sono passato alla tromba.
Nel periodo dell'elettronica fui catturato da perfomer come i Suicide, Brian Eno o i Kraftwerk, in questi anni ho lavorato per i jingle o per il teatro.
Mi piace scegliere i suoni che ritengo più appropriati al concerto".

 

La Germania è una "culla" della musica elettronica
Ho collaborato con Wolfgang Flur, membro storico dei Krawftwerk, fornendo  al musicista dei campioni per il  suo disco "I Was a Robot" che era anche il titolo della sua autobiografia, Wolfgang ha poi cantato nel mio disco "Tech Set" pubblicato per le edizioni "ll manifesto" nel 2004 Per me la Germania è fondamentale per la musica elettronica, anche e soprattutto per come ha influenzato musicisti nei decenni, in campo pop e rock come è avvenuto con gli stessi  Kraftwerk.

Nel concerto anche due brani di Bach. Manuel Zigante ha "incontrato" più volte il compositore di Lipsia  nel suo cammino di violoncellista. Mio padre che era pianista, dice Manuel, studiava Bach ma ascoltava Jazz; io sono un estimatore di Jaques Loussier, che ha portato Bach nel mondo del Jazz.
Sono nato come strumentista classico, Giorgio come jazzista, ma ci siamo sempre seguiti: lui era spesso a mie concerti con il Quartetto d'Archi di Torino del quale faccio parte, ed io assistevo ai suoi.
Suonando con Li Calzi, ho potuto mettere a confronto l'improvvisazione Jazzistica di Giorgio con la mia.

In "Solaris" anche "Zingaro" un brano di Antonio Carlos Jobim

Si, apprezzo molto questo grande compositore brasiliano, ma anche Jaques Morelenbaum  che ha suonato spesso brani di Jobim.  Il mio modo di suonare è diversissimo dal suo, ma lui ha rappresentato per me in questi anni un forte punto di riferimento.  "Zingaro" è un omaggio non solo a Jobim ma allo stesso Morelenbaum.

 

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