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Intervista a Ricciarda Belgiojoso, pianista e direttore artistico di Piano City

Nato nel 2012, torna anche questʼanno a Milano, lʼappuntamento con il festival che si è imposto allʼattenzione nazionale ed internazionale grazie alla sua originalità

Intervista a Ricciarda Belgiojoso, pianista e direttore artistico di Piano City - foto 1
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Nato nel 2012, torna anche quest'anno a Milano, l'appuntamento di Piano City, il festival che si è imposto all'attenzione nazionale ed internazionale grazie alla sua originalità, dando un forte contributo alla diffusione de pianoforte, indipendentemente dal genere musicale.

Piano City con la direzione artistica di Ricciarda Belgiojoso e Titti Santini, è un progetto di Associazione Piano City Milano con Comune di Milano, a cura di Ponderosa Music & Art e Accapiù. E proprio Ricciarda Belgiojoso è gradita ospite di "Popular" e ci racconta il festival.

"Piano City", dice la pianista, "si svolge in spazi privati come case e cortili che i milanesi mettono a disposizione, ma anche nei luoghi pubblici della città; in questo modo la musica "esce" dai teatri per andare nelle piazze e nei parchi ed in luoghi inconsueti. Questo ci ha consentito negli anni di portare i nostri concerti anche in aree lontane dal centro, con associazioni che ci chiedono di poter ospitare eventi del nostro festival, mossi dalla passione per la musica e con lo scopo di far arrivare il piano a quante più persone possibile, senza limiti di genere; dalla musica contemporanea, alla classica, al rock.
Due concerti venerdì 17 maggio saranno dedicati alla musica dei Queen: Gabriele Baldocci suonerà alle 17.30 presso la filiale bancaria di Via Verdi; Ettore Bove porterà la sua personale interpretazione del quartetto britannico alle 18.00 alla Casa Circondariale San Vittore".

Molte quindi le novità....
Si, mai come quest'anno Piano City sarà un festival aperto e partecipativo che ruota per quanto riguarda le location su due perni principali: il Piano Center della GAM per i concerti diurni e il Piano Center della Palazzina Liberty per quelli notturni. Il senso del festival è quello di fare in modo che il pianoforte sia alla portata di tutti; nei giorni del festival può capitare di imbattersi in un concerto quasi senza volerlo; sembra quasi essere il concerto a "trovare" il pubblico e non il contrario. Dal bosco di Rogoredo al Refettorio Ambrosiano molte le location suggestive, che danno la possibilità al pubblico non solo di assistere un concerto di un'ora ma anche di riappropriarsi dei luoghi della città. Il mio pensiero ed un ringraziamento va anche a chi lavora "dietro le quinte" di Piano City: dai tecnici agli accordatori che con la loro opera permettono lo svolgimento del festival.