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Il medico consiglia…cataratta: quali i campanelli di allarme e le cure?

A Tgom24 la consulenza del dottor Claudio Panico, responsabile di Oculistica in Humanitas Gradenigo e Humanitas Medical Care Principe Oddone di Torino 

Il medico consiglia…cataratta: quali i campanelli di allarme e le cure? - foto 1
Ufficio stampa

Considerata una patologia tipica dell’avanzare dell’età, la cataratta può insorgere già a 45-50 anni, specie in presenza di alcuni fattori di rischio come la familiarità, alcune malattie e l’abitudine a non usare occhiali da sole quando ci si espone ai raggi UV.

Si tratta di una malattia che colpisce una struttura dell'occhio, chiamata cristallino, che ha il compito di permettere una visione nitida. Iniziare a vederci di meno con l’età, però, non è “normale”, ma è il primo sintomo di una malattia che si può prevenire, diagnosticare precocemente e curare. Ne parliamo con il dottor Claudio Panico, responsabile di Oculistica in Humanitas Gradenigo e Humanitas Medical Care Principe Oddone a Torino.

 

Cos’è la cataratta?

 

Il cristallino è una potente lente naturale, poco più grande di una lenticchia, che si trova dietro la pupilla, tra il corpo vitreo e l’iride. In genere, intorno ai 50 anni è fisiologico che questa lente tenda a diventare opaca e a indurirsi, dando luogo alla cataratta e provocando una riduzione importante della vista che, in alcune persone, può diventare una disabilità visiva. In presenza di patologie come il diabete, traumi, ereditarietà, prolungate terapie con cortisonici, e l’eccessiva esposizione degli occhi non protetta ai raggi UV, può favorire l’insorgenza della cataratta anche nei giovani. Tuttavia, con controlli periodici dall’oculista ed esami approfonditi, è possibile diagnosticare la cataratta anche nelle fasi precoci e quantificare il grado di evoluzione della stessa nelle persone di ogni età.

 

Quali sono i campanelli d'allarme?

 

Perdere la vista, un po’ alla volta, con il passare degli anni, non è da considerarsi “normale”. Vedere sdoppiato, aloni attorno alle immagini, sviluppare ipersensibilità alla luce o avere difficoltà a guidare di notte, sono campanelli d’allarme da non sottovalutare. Visite oculistiche periodiche, specie a partire dai 45 anni, ed esami con apparecchiature tecnologiche servono a diagnosticare precocemente la progressione della malattia e definire il momento in cui intervenire. Questo è definito in base al grado di evoluzione della cataratta e alla difficoltà visiva nelle attività quotidiane.

 

L’intervento chirurgico e alcuni consigli

 

L’intervento di cataratta prevede la rimozione del cristallino naturale e la sostituzione con una lente intraoculare. Nonostante l’intervento venga eseguito in pochi minuti, da 10 a 20 minuti, e dopo pochi giorni il paziente inizi a vedere meglio, tuttavia il periodo postoperatorio non va sottovalutato. Se da una parte le moderne tecniche chirurgiche permettono di ridurre il trauma e accelerare i tempi di recupero dopo l’intervento, dall’altra l’occhio è una struttura delicata e vanno rispettati i suoi tempi biologici di guarigione. Pertanto, è raccomandabile seguire la terapia post operatoria secondo i tempi e le modalità indicate dal chirurgo, evitando di fare sforzi fisici, proteggendo l’occhio e usando i colliri come prescritto. In questo modo, l’occhio è protetto dal rischio di infezioni e traumi, e in breve si otterranno i benefici visivi dell’intervento. 

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