Il musicista ospite a "Popular"
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Ci sono eventi che grazie alla combinazione tra la bellezza delle musica e quella del luogo dove vengono realizzati, restano fortemente impressi nella mente di chi vi assiste. E’ il caso del concerto che ha aperto la 25esima edizione del ParmaJazz Frontiere Festival al Teatro Farnese di Parma con Gianluigi Trovesi, Fulvio Maras e l'Orchestra Salmeggia, diretta da Corrado Guarino. I musicisti hanno proposto un progetto scritto e ideato dallo stesso Trovesi: “For a While... Profumo di violetta, ovvero Viaggio intorno all’Opera – Ricercar e Intrecciar Ciaccone e altre Danze, con Frammenti di Arie e Intermezzi". Con la collaborazione di Corrado Guarino, il leggendario musicista bergamasco, conduce l’ascoltatore in un viaggio che, partendo da Trovesi all’Opera, va a ritroso nei secoli, per poi tornare all’amato mondo del "Bel Canto". Pienamente rispettate le attese di chi chiedeva alla musica di essere proiettato in un’altra dimensione, superando i problemi di questo periodo, difficile per tutti.
Trovesi, gradito ospite a “Popular”, parla così della sua esperienza a Parma e al festival ideato da Roberto Bonati: "Sono legato a Parma ormai da molti anni dal momento che in questa città conclusi i miei studi in Conservatorio, diplomandomi. Fin dalle prove per il concerto al Teatro Farnese, si è creata un’atmosfera magica tra noi musicisti che ci ha consentito di presentarci al pubblico nella maniera migliore. Abbiamo provato una grande emozione e siamo contenti di avere trasmesso tutto ciò a chi ha assistito al concerto. Il pubblico ha accolto me e i musicisti dell’orchestra Salmaggia con grande calore, come avvenne 25 anni fa con la mia partecipazione alla prima edizione di ParmaJazz Frontiere Festival".
Il concerto del Teatro Farnese è iniziato con “Orfeo” di Monteverdi, opera a te molto cara...
Si, devo dire che abbiamo trovato una chiave di lettura molto particolare nell’arrangiamento, privilegiando soprattutto gli archi. Io ero l’unico musicista sul palco che suonava strumenti a fiato, ed anche le percussioni di Maras erano molto “leggere”, anche se sono state di grande utilità per dare “colore” alla musica. Proprio con un progetto su Monteverdi mi proposi anni fa con un disco pubblicato dalla ECM e suonato con Umberto Petrin al piano e lo stesso Fulvio Maras alle percussioni.
Come avete scelto i brani?
Oltre che sull'Orfeo, abbiamo puntato la nostra attenzione su "L'Elisir d'Amore" di Gaetano Donizetti e sulla "Traviata" di Giuseppe Verdi, musiche che avevo già trattato in "Trovesi all'Opera". Tutto è riuscito al meglio, anche grazie al rapporto che si è creato con il Maestro Guarino e con l'orchestra Salmaggia. Importante anche il contributo di Fulvio Maras, con il suo approccio alternativo alle percussioni. Abbiamo preso in prestito musiche di grandi compositori italiani, che hanno dato lustro al nostro Paese nel mondo. Anche Respighi ad esempio si ispirò a musiche del 600 per al fine sue composizioni. Io, nel mio piccolo, ho cercato di fare un lavoro simile già in passato sia per il mio trio, che per l'ottetto.