JAZZ MEETING

A "Jazz Meeting" Ferdinando Faraò presenta il progetto "Tubular Bells Variations"

Il direttore della Artchipel Orchestra parla del suo nuovo progetto musicale

di Giancarlo Bastianelli
25 Ott 2023 - 11:52
 © Ufficio stampa

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"Tubular Bells" di Mike Oldfield,  pietra  miliare nella musica degli anni '70, e' diventato nei decenni un punto di riferimento anche per generi che sono al difuori del territorio del Rock.  Album strumentale in cui folk, classica, rock, minimalismo ed echi new age si fondono perfettamente, "Tubular Bells" fu il primo titolo della Virgin Records di Richard Branson ed ebbe un enorme successo, grazie anche a un tema inserito nella colonna sonora del film “L’esorcista”, che lo portò a restare nelle classifiche britanniche per 279 settimane, vendendo nel solo Regno Unito 2.630.000 copie e circa 15 milioni in tutto il mondo.

A distanza di cinquant’anni dall’uscita dell’album, l’Artchipel Orchestra, formazione milanese tra le più importanti nel panorama jazzistico italiano, presenterà sabato 28 ottobre al Teatro Civico Roberto De Silva di Rho (Mi), in prima assoluta, “Tubular Bells Variations”, originale rilettura del lavoro di Oldfield. Il concerto inizia alle 21.

Ferdinando Faraò gradito ospite  a "Jazz Meeting" fondatore e direttore della Artchipel Orchestra, ci parla dell’importanza del disco  

E' diventata un'opera iconica, dice il maestro Faraò, ascoltai per la prima volta "Tubular Bells" a 14 anni ne rimasi impressionato, ma fu un disco che più in generale colpì il pubblico per l’eclettismo di Mike Oldfield, che grazie alla tecnologia del multitraccia, suonò tutti gli strumenti. 

Sia in "Tubular Bells", che nei dischi successivi il musicista usci dai "confini" del rock. 

Che tipo di lavoro avete fatto nel realizzare il progetto? 

L'ambito è differente; noi siamo un'orchestra che ha già lavorato al progetto anni fa in un concerto al teatro Leonardo; in quella occasione lavorai soprattutto sulle melodie del disco.  

In concetto di “Tubular Bells Variations” può essere riferito alla composizione istantanea fatta con l'orchestra, che trae spunto dalle musiche di questo magnifico album. 

L'orchestra è composta di musicisti di diverse generazioni che hanno lavorato bene insieme;  c'è stato entusiasmo da parte di tutti. 

L'orchestra non è nuova a esperienze di questo tipo, dal momento che negli anni abbiamo fatto diversi progetti dedicati alla "Scuola di Canterbury". 

Anche da questo punto di vista avete avuto importanti esperienze.. 

Abbiamo avuto l'onore di lavorare con Keith Tippett, uno dei personaggi di punta di quel periodo e con sua moglie Julie. Con loro realizzammo un concerto a Fasano, fu una collaborazione che aprì ulteriormente i nostri orizzonti. 

Cosa accadrà dopo il concerto a Rho? 

Per “Tubular Bells Variations” registreremo il concerto a Rho. 

Realizzeremo poi un disco in studio sulla musica del pianista olandese Misha Melgenberg che registrerò entro gennaio; successivamente tratteremo anche la musica di un batterista francese, Jaques Thollot, che a noi sembra molto interessante. 

Insieme a Ferdinando Faraò, sul palco del Teatro Civico “Roberto De Silva” si esibiranno Marco Fior, Marco Mariani e Matteo Vertua (trombe), Alberto Bolettieri (trombone), Fiorenzo Gualandris (tuba), Rudi Manzoli (sax soprano), Paolo Lopolito (sax alto), Germano Zenga (sax tenore), Rosarita Crisafi (sax baritono), Alberto Zappalà (clarinetto basso), Carlo Nicita (flauto), Naima Faraò e Francesca Sabatino (voci), Giuseppe Gallucci (chitarra elettrica), Luca Gusella (vibrafono), Paola Tezzon e Giulia Larghi (violini), Luca Pedeferri (pianoforte, fisarmonica), Andrea Serino (tastiere), Gianluca Alberti (basso elettrico), Stefano Lecchi (batteria) e Lorenzo Gasperoni (percussioni). 

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