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Federico Monti Arduini torna con il nuovo album "Il venditore di sogni"

Ospite a Popular "Il guardiano del faro"

Federico Monti Arduini torna con il nuovo album "Il venditore di sogni" - foto 1
Ufficio stampa

Federico Monti Arduini, torna con un nuovo disco, che lo vede in veste di pianista.

Colui che il pubblico nel mondo conosce come "Il Guardiano del Faro" compone 12 brani e si circonda di un'orchestra di 40 elementi e di musicisti che danno vita a un lavoro all'altezza della fama di chi lo ha concepito. Federico in questa nuova avventura non ha il moog come fedele "compagno di viaggio", ma riesce comunque a dispensare forti emozioni. "Il venditore di sogni" è anche il titolo di un suo fortunato libro di disegni, uscito qualche anno fa, distribuito da Mondadori. Il nuovo disco vede la partecipazione di Fabrizio Bosso alla tromba, Giuseppe Milici all’armonica, Johnny Farina di Santo&Johnny alla steel guitar, Natale Massara al sax, e alla voce Mario Rosini secondo classificato al Festival di Sanremo 2004, il coro “Duni” dei ragazzi dell’omonimo Conservatorio di Matera, e Cece Rogers, nominato in due categorie musicali al prestigioso Grammy Awards del 2022.

 

Federico Monti Arduini, gradito ospite a "Popular" parla così del suo nuovo lavoro: "Un progetto che è nato spontaneamente, sentivo di farlo, non sono mai stato "schiavo" del mondo commerciale o del voler seguire le mode; se non mi sento di produrre nuove cose sto in silenzio, come ho fatto per qualche anno recentemente. ll mio successo discografico negli anni '70 nacque grazie all'incontro con Ennio Melis patron della RCA, che mi mise per la prima volta sotto contratto. Quando gli presentai il nastro di "Amore Grande amore libero" fu un attimo intendersi, il brano vinse il disco per l'estate nel 1975, Melis fu per me come un padre. Avevo forti affinità musicali con lui.

 

Nel tuo album "Il venditore di sogni" ci sono molti musicisti che si richiamano al jazz...

Si, ad esempio Mario Rosini che reputo una delle più belle voci nel panorama italiano, sono stato suo produttore e abbiamo fatto un secondo posto a Sanremo, 19 anni fa. Gli altri sono dei miti: dal trombettista Fabrizio Bosso a Jonny Farina del duo Santo&Johnny, che suona la steel guitar. Ma la vera scoperta è stata per me quella dell'armonicista Giuseppe Milici. Gli ho spedito la base, lui mi ha rimandato il pezzo suonato con la sua armonica a bocca, io ho deciso di lasciare il brano così com'era, perché ero estremamente soddisfatto del risultato. Quando finalmente ci siamo incontrati di persona, Giuseppe ha detto che si era commosso suonandolo. Personalmente ero un fan di Toots Thielemans, ci tenevo a coinvolgere nel progetto un virtuoso dell'armonica a bocca, Milici mi è subito sembrata la persona adatta. Tra i pianisti jazz, trovo invece Bill Evans come mio punto di riferimento.

 

Il disco si conclude con un brano “Volo 463” che ti vede anche in veste di cantante

Non ho le doti vocali canoniche, come l'estensione o il timbro, per cui più che cantare devo fare di tutto per "dire", quindi per comunicare a chi ascolta. Il brano nacque di notte, non riuscivo a dormire ed avendo in mente una melodia decisi subito di trasformarla in una composizione, poco dopo tutto era concluso, feci richiamare l'orchestra ed incidemmo. Posso dire che avvenne tutto in modo naturale.

 

Come nasce il Federico Monti Arduini compositore?

Sono nato studiando musica fin da bambino, i miei genitori erano molto amici con Herbert Von Karajan; il grande direttore d'orchestra, quando si esibiva a Milano, era spesso ospite in casa nostra. Sono partito con basi solide che hanno resistito nel tempo.

 

Successivamente è arrivato il Moog che ti ha dato il grande successo...

Si, anche se devo dire che lo strumento elettronico è sempre una sorta di prolungamento della mente e del braccio del musicista. Nel caso di "Amore grande, amore Libero" arriva ad avere un suono accattivante ma anche struggente, caratteristiche determinanti per il suo successo.

 

Sei stato un innovatore di uno strumento considerato il "padre" dei moderni sintetizzatori...

Quando ho scoperto il moog ho cercato di dargli un taglio diverso. Molti gruppi in quel periodo utilizzavano il Moog come effettistica, mentre io cercai di dare un'anima allo strumento. Robert Moog, creatore di questa tastiera, mi invitò nella sua fabbrica che allora si trovava in un luogo sperduto negli Stati Uniti al confine con il Canada. Restammo giornate intere a parlare di musica. Prima di ripartire mi condusse in una stanza dove c'era il Polymoog, che ai tempi era solo un prototipo, e me lo regalò. Tutt'ora lo posseggo, è perfettamente funzionante e lo conservo gelosamente.

 

Ci saranno concerti?

Sarebbe bellissimo poter suonare dal vivo con i musicisti che mi hanno accompagnato nel disco, ne abbiamo parlato, è una possibilità che non escludo. Nel frattempo il 7 luglio suonerò a Porto Rotondo in Sardegna in piano "solo" in una location particolare, cercando di stabilire un contatto diretto con il pubblico che assisterà all'evento. Esibirmi in piano "solo" mi dà grande libertà di azione, consentendomi di abbandonarmi all'improvvisazione.

 

Questa la tracklist completa dell'album: “Per amore e per passione”, “Il venditore di sogni”, “Lei dov’è” con Mario Rosini, “Progetto d’amore”, “Il Natale più bello che c’è”, “Sotto un cielo straniero” con Johnny Farina di Santo&Johnny, “A tu per tu con la Luna” con Fabrizio Bosso, “Finchè tu da lui tornerai” con Giuseppe Milici e Duni Jazz Choir, “A million voices” con Cece Rogers e Giuseppe Milici, “Appuntamento tra le nuvole”, “Per te soltanto” con Natale Massara, “Volo 463” cantato e interpretato da Federico Monti Arduini.

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