Cinzia Bevilacqua rappresenta appieno gli interrogativi, i tormenti, le ansie da prestazione della nostra contemporaneità. Lavora con un linguaggio figurativo, concentrandosi in modo quasi ossessivo sul colore. Nelle sue opere, il colore è l’elemento principale che costruisce le forme e crea un forte impatto emotivo. Ritrattista raffinata, sempre più conosciuta in Italia, ha una ricerca artistica finalizzata a trasmettere emozioni sincere, con l’obiettivo dichiarato di “far battere il cuore” di chi osserva.
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Solo di qualche mese fa la sua mostra romana di grande successo sul tema dell’Identità ed il mito moderno di Narciso, in coppia con Ferdinando Fedele, dal titolo “Io sono Tu sei”, alla Galleria La Pigna, con la curatela del Prof. Claudio Strinati e la co-curatela della D.ssa Valentina Pedrali. A novembre scorso ha ricevuto per meriti artistici un riconoscimento internazionale importante, “Fontane di Roma”, giunto alla 41esima edizione. Una particolarità tra le tante la rende però davvero speciale: è stata definita sul campo l’unica pittrice donna ecclesiastica a Brescia, la sua città dove vive e dove principalmente opera.
Ha un ritratto di un vescovo, Luciano Monari, nel Palazzo vescovile della città, un ritratto nella sagrestia della Chiesa della Pace del cardinale Giulio Bevilacqua, stretto collaboratore di papa Paolo VI; nella sagrestia di San Nazaro e Celso ne ha uno di Monsignor Orsatti, e nel Museo diocesano troneggia il ritratto del vescovo Bruno Foresti.
Ma non finisce qui: chiediamo direttamente all’Autrice il resto.
Cinzia, quali altri ritratti sacri hanno la tua firma nei luoghi dove vivi?
“Ne vado orgogliosa (sorride). Ad esempio, nella sagrestia della parrocchia di Mompiano sono presenti alcuni ritratti di parroci che si sono succeduti nel corso degli anni, e nella Casa madre delle Ancelle della Carità si può vedere il ritratto di suor Lucia Ripamonti. A breve, verrà collocato il ritratto di suor Eugenia Menni, fondatrice della Poliambulanza (l’ospedale di Brescia tra i più importanti) e della “ Domus Salutis”.
E poi?
E poi tanti altri. In provincia, a Sarezzo, nella chiesa di San Martino, ho il privilegio di aver fatto il ritratto di Papa Paolo VI, mentre un’altra versione la si trova nel santuario Madonna della Neve a Inzino. Nella Parrocchiale di Manerbio, nella sagrestia, c’è un mio ritratto di monsignor Luciano Baronio.
Nel duomo di Montichiari, sempre in zona sagrestia, e’ presente il ritratto di monsignor Virgilio Olmi, e dopo le festività natalizie verranno collocati il ritratto di papa Giovanni XXIII e quello in lavorazione di Papa Paolo VI.
Il Natale è vicino: come trascorrerai le prossime festività, e cosa ti auguri per il 2026 in arrivo?
Il Natale rappresenta per me il periodo più bello dell’anno, ricco di magia. Amo dedicare molto tempo e condividerlo con gli amici e con la mia famiglia, ma è anche un momento di riflessione e di ricerca spirituale. Sono sempre in cammino, alla ricerca di senso e con un profondo desiderio di fede. Per il 2026, che oramai è alle porte, spero di avere sempre tanta energia, naturalmente salute, sogni senza fine e la speranza di riuscire a realizzarne qualcuno.