Due mostre che si completano su Baj
Da Giorgio Marconi due mostre su Enrico Baj che spaziano dagli anni '60 ai '70.
Due mostre che brilano per allegria. Come sempre qui in via Tadino le proposte meritano di essere seguite. Non solo per la simpatia del padrone di casa, uno dei pochi rimasti della vecchia guardia che ha fatto grande Milano. Sempre punto di incontro di artisti, critici, intellettuali ed estimatori d'arte, collezionisti.
Ubu-Baj qui si diverte ad ironizzare come sempre sulla società dei consumi, ci propone improbabili personaggi dai nomi altrettanto improbabili e impronunciabili, rivelando il suo amore per la materia plastica e la sua grande abilità.
Dietro al gioco una riflessione sul mondo che ci circondava, trasferendo gli obiettivi da colpire in un mondo surreale, ma sempre gioioso, come nel punching-ball, per sessantottini. Ci piacerebbe nell'oggi magari trovarne traccia nei contestatori della riforma di oggi.
Il Sessantotto che recitava: "La fantasia al potere". Ma sono altri tempi e altre tensioni e provocazioni. Preferiamo farci trasportare dai "Lego" e dai "Meccano" di Enrico Baj.
Il nuovo spazio di via Tadino 17, in realtà era utilizzato da Marconi alle origini, propone interessanti proposte per un collezionismo abbordabile. Un'altra inizitiva lodevole che può consentire di aggiudicarsi grandi nomi acquistando grafica e multipli a prezzi accessibili a tutti.
Gianni E.A. Marussi
Gli ABITANTI del MUSEO n.4
Enrico Baj - Plastiche
Durata mostra: 12 novembre 23 dicembre 2010
Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea
Via Tadino, 15
20124 Milano
Tel. 02 29 41 92 32 - fax 02 29 41 72 78
info@fondazionemarconi.org - www.fondazionemarconi.org
Enrico Baj - Serigrafie e multipli in plastica 1967 - 1973
Durata mostra: 12 novembre 23 dicembre 2010
Studio Marconi 65
Via Tadino 17
20124 Milano
Tel & Fax 02 29511297
info@studiomarconi.info - www.studiomarconi.info
Gli ABITANTI del MUSEO n.4
Enrico Baj - Plastiche
La Fondazione Marconi presenta la mostra Enrico Baj Plastiche, allestita sui due piani dello spazio espositivo.
La mostra vuole documentare la ricerca dellartista sulle materie plastiche, dal 1963 al 1970. Baj ha utilizzato da sempre materiali eterogenei per rompere gli schemi e per il suo interesse verso la materia e le sue infinite possibilità espressive.
Ha scritto di lui Tristan Sauvage: Baj è un signore della materia.
Le prime plastiche usate da Baj nel 1963 furono le mattonelle di Lego, gioco allora nuovissimo. In seguito sperimentò tutti i materiali plastici: dal cloruro di potassio allacetato di cellulosa, il polietilene, le foglie di PVC imbottite di resina espansa, non solo inserendo questi materiali allinterno dei suoi collages, ma realizzando opere interamente in plastica.
Le prime plastiche furono esposte nel 1967 al 15° premio di Lissone e vennero presentate allo Studio Marconi nel febbraio del 1969.
La plastica è per Baj il materiale-simbolo della società industriale, derisa beffardamente dallartista per luso indiscriminato e modaiolo di qualsivoglia novità.
La mitologia del nuovo materiale è intaccata proprio con i nuovi materiali (L. Caramel, 1969).
Nel contempo Baj manifesta una grande attrazione per questa materia trasparente e luminosa.
In mostra sono esposti personaggi grotteschi, buffi e risibili che hanno nomi impronunciabili e onomatopeici, riconducibili sia al dadaismo, sia al futurismo come Albmilalf (1968), Izzoighitalti (1968), Emsterkem (1969), protagonisti di unilare commedia che Baj mette in scena per prendere di mira la società dei consumi con i suoi comportamenti stereotipati, le sue leggi inalterabili e i suoi falsi miti. Tra queste è esposto anche Punching General (1969) ..un multiplo, a grandezza duomo, (...). Una sorta di generale montato su una molla come un punching-ball, che io consigliavo alle forze dellordine di adottare affinchè i contestatori, gli studenti del 68, volendo scaricare il loro odio verso lautorità costituita, fossero messi nella possibilità di prendere a pugni finalmente un generale. Espressione giocosa della passione antibellicista di Baj.
Tra i personaggi anche dei collages fatti con il Lego, materiale che rispondeva perfettamente al gusto ludico e combinatorio di Baj, realizzati per la mostra Visione Colore a Palazzo Grassi a Venezia nel 1963, con un forte rimando al gioco.
Ma Baj rivolge anche la sua attenzione allemblema delluomo moderno, la cravatta.
Tutto il mondo si è piegato alla legge della cravatta. Per alcuni è un nodo scorsoio, per altri un fallo pendulo, per altri ancora la prosecuzione del cordone ombelicale. La cravatta è la decorazione preferita dalluomo moderno, perchè sostituisce completamente medaglie e decori militari e civili. La cravatta è il migliore simbolo della società occidentale contemporanea.
Tra le grandi cravatte di plastica è esposta la Cravatta di Jackson Pollock (1969), realizzata in celluloide a macchie di colori, omaggio allaction painting e allo spirito del pittore americano.
Nel 1963, proprio quando esplode la sua inclinazione ludica con la realizzazione di opere in Lego e in Meccano, Baj entra a far parte del Collège de Pataphysique de France in qualità di Reggente e Trascendente Satrapo. Questo è un dato importante per comprendere la Weltanschauung anticonformista e ironica dellartista.
La Patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, una sorta di logica del paradosso, una reinvenzione delle leggi che stravolge i codici della società contemporanea. Ma per Baj la Patafisica è stata non solo una teoria a cui aderire ma uno stile di vita e un modo di pensare.
Lironia e lirriverenza di questa scienza, costituiscono per Baj gli anticorpi delluomo contemporaneo contro loppressione e la massificazione della burocrazia, dei codici fiscali, postali, telefonici, bancomatici, internettici, eccetera.
Dopo le mostre dedicate a Valerio Adami, Emilio Tadini e Mimmo Rotella, Baj-Plastiche costituisce il quarto appuntamento del ciclo Gli Abitanti del museo. Per loccasione sarà pubblicato come di consueto il Quaderno della Fondazione, che riprende lidea dei giornalini dello Studio Marconi degli anni 70, volto allanalisi di alcune delle opere in mostra attraverso una selezione di documenti dellepoca e testi critici di Luciano Caramel, Enrico Crispolti e Guido Ballo.
Durata mostra: 12 novembre 23 dicembre 2010
Orari: martedì - sabato h 10 - 12,30 e 15,30 - 19
Ingresso gratuito
Ufficio stampa: Cristina Pariset, tel. 02-4812584 fax 02 4812486
cell 348-5109589 cristina.pariset@libero.it
Fondazione Marconi Arte Moderna e Contemporanea
Via Tadino, 15
20124 Milano
Tel. 02 29 41 92 32 - fax 02 29 41 72 78
info@fondazionemarconi.org - www.fondazionemarconi.org
Lo Studio Marconi 65 presenta la mostra Baj Plastiche. Serigrafie e multipli in plastica 1967-1972.
In contemporanea allinaugurazione in Fondazione di Enrico Baj Plastiche, che documenta la ricerca dellartista dal 1963 al 1970 attraverso personaggi e cravatte in plastica e collages con il lego, lo Studio Marconi 65 espone invece una selezione dellopera grafica di Enrico Baj realizzata utilizzando questo nuovo materiale.
I disegni e le serigrafie di Baj non sono la semplice trasposizione grafica delle sue opere, ma rivelano la continua ricerca dellartista sulla materia e sulle sue infinite possibilità espressive.
Nelle grafiche emerge ancora di più linteresse artigiano di Baj nei confronti della materia, di cui cerca ogni segreto, combinando diverse tecniche per abbattere modalità compositive ormai superate. In questa occasione sono esposte serigrafie e multipli in plastica.
Negli anni 60 la plastica era un materiale nuovo. Baj ne è profondamente affascinato ma allo stesso tempo la assume a simbolo del progresso tecnologico e della società industriale, che spesso critica e deride.
In mostra una galleria di buffi e colorati personaggi tratti dalla cartella Ça (edizione di lusso del libro di Joyce Mansour contenuto in un oggetto a specchi numerato e firmato dallautore) e altri come Celibatario (1969), Sposa (1969) e Patrono della Croce Rossa (1969) dalla cartella Plastik Plastik. Protagonisti di quella commedia dellarte di cui Baj si fa regista, prendendo di mira con ironia una borghesia ottusa e che fonda i suoi principi in falsi luoghi comuni e comportamenti stereotipati.
Biografia
Enrico Baj nasce a Milano nel 1924 e, dopo gli studi allAccademia di Brera, si impone come uno dei principali protagonisti dellavanguardia italiana. Dopo la prima personale alla Galleria San Fedele di Milano nel 1951, fonda il Movimento Nucleare, che ha lappoggio critico di Giorgio Kaisserlian e di cui hanno fatto parte Joe Colombo, Sergio Dangelo, Angelo Dova e il poeta Beniamino Dal Fabbro. Nel 1954 promuove il Movimento Internazionale per un Bauhaus immaginista, e lanno seguente fonda la rivista Il Gesto, a cui collaborarono anche Manzoni e Fontana. Nel 1957 pubblica il manifesto Contro lo stile, sottoscritto da vari esponenti dellavanguardia internazionale, e nel 1963 fonda lInstitutum Pataphysicum Mediolanense per promuovere la scienza delle soluzioni immaginarie. Erede dello spirito surreal-dadaista, sperimentatore di tecniche e soluzioni stilistiche inedite, realizza collages e assemblages polimaterici avvalendosi dei materiali più diversi, come stoffe, tappezzerie e fodere di materassi, medaglie e frammenti metallici, specchi e vetri colorati. Dai Generali ai Mobili in stile, dalle Dame al Giardino delle delizie, la sua produzione mostra uno spirito dissacrante dalle sottili implicazioni politiche, che si fanno più evidenti in opere come I funerali dellanarchico Pinelli.
Ha unintensa attività espositiva fin dalla seconda metà degli anni cinquanta, con numerose personali organizzate in tutto il mondo e con la partecipazione a grandi rassegne dattualità.
A partire dal 1967 espone regolarmente allo Studio Marconi, e negli anni settanta ha le prime importanti retrospettive (Palazzo Reale, Milano; Museum Boymans van Beuningen, Rotterdam; Palais des Beaux-Arts, Bruxelles).
Tra le mostre degli anni seguenti vanno almeno ricordate lampia antologica allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001-2002. Dopo la morte dellartista, avvenuta il 16 giugno 2003, una grande retrospettiva ha coinvolto diverse sedi milanesi (Spazio Oberdan, Accademia di Belle Arti di Brera, Galleria Giò Marconi, Fondazione Mudima). Nel maggio 2004 si è aperto a Pontedera Cantiere Baj, una serie di manifestazioni che si concludono con la realizzazione nel dicembre del 2006 di un grande mosaico lungo cento metri sul muro che costeggia la ferrovia. Il progetto per il Muro di Pontedera, costituito da dieci cartoni con collage di elementi di meccano, è lultima opera di Baj, portata a termine pochi giorni prima della morte. Nel maggio 2007 la Friedrich Petzel Gallery di New York ha presentato una selezione di opere di Baj dalla fine degli anni Cinquanta al 2002. Nel 2008 due mostre monografiche: da gennaio a marzo alla Fondazione Marconi di Milano Baj, Dame e Generali ripropone il tema più classico dellartista; da marzo a maggio Baj, Apocalisse, nel Chiostro di SantAgostino a Pietrasanta presenta la più grande installazione realizzata da Baj. Nel 2009, La Fondazione Marconi ha allestito la mostra, Baj. Mobili animati che prende il titolo dalla bella monografia che Germano Celant ha dedicato a questo ciclo di opere degli anni 60. Nel 2010 nel Castello Pasquini di Castiglioncello, la mostra Baj. Dalla materia alla figura.
Durata mostra: 12 novembre 23 dicembre 2010
Orari: martedì sabato ore 11 19,30
Studio Marconi 65
Via Tadino 17
20124 Milano
Tel & Fax 02 29511297
info@studiomarconi.info - www.studiomarconi.info