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Le borse dell'energia 1-7 Marzo

Fabrizio Rinaldi commenta la settimana

06 Mar 2009 - 17:50

Il temuto peggioramento delle condizioni macroeconomiche sta ormai investendo tutti i Paesi, con effetti molto gravi e profondi.

In questi ultimi mesi colpisce, da parte di molti governi, la tendenza a cercare di sminuire la portata della crisi, con la falsa credenza che ciò potesse evitare un peggioramento nelle aspettative degli operatori. Purtroppo continuano ad arrivare dati e notizie negative, e altre, drammatiche, ci saranno nei prossimi mesi, e vengono naturalmente accolte con panico.

Questo quadro così pesante non consente una vera ripartenza delle commodity energetiche che, però, stanno dando segni di relativa vitalità nelle ultime settimane, con una risalita dalle quotazioni minime. L'incapacità delle quotazioni di riprendere maggiore forza è dovuta alla disastrosa performance dei mercati azionari, che purtroppo stanno andando in linea con le nostre pessimistiche previsioni delle passate settimane. Pertanto il Brent dopo essere rimbalzato in maniera convincente dai 40 usd/bbl si è collocato nell'area 42-46 usd/bbl, senza riuscire ad attaccare la resistenza intorno ai 50 usd/bbl.

Il mercato dell'olio sta dando i primi segnali di un ribilanciamento, mostrato da prime diminuzioni degli inventari e da un significativo appiattimento della curva a termine. Il crollo della domanda e il livello elevato di inventari stanno rendendo facile la politica di tagli alla produzione da parte dell'Opec, che contribuisce al momento a contenere i rischi di ulteriori crolli dei prezzi. I margini di raffinazione sono in continuo peggioramento, a causa del crollo del differenziale gasolio/grezzo, solo parzialmente temperato da una ripresa della benzina.

Tuttavia risulta di difficile valutazione la situazione degli inventari sull'acqua, che sfuggono alle statistiche, ed è possibile che la diminuzione degli inventari nei serbatoi possa poi essere compensata dal rilascio di grezzo dalle navi cisterna. In tal caso è possibile che si riapra il contango con effetti depressivi sui prezzi; qualora invece la curva dovesse continuare ad appiattirsi, diventa molto improbabile la discesa sotto i 40 usd/bbl.

La debolezza dei margini di raffinazione ci accompagnerà per gran parte dell'anno, quindi la ripresa del mercato avverrà con la leadership del grezzo, e in particolare del brent. Il quadro tecnico appare discreto, ed è chiaro che ci stiamo preparando per un fortissimo movimento; infatti da Gennaio il brent, nonostante l'ancora elevata volatilità storica, si muove in un range di prezzi sempre più ristretto, situazione di divergenza che diventerà insostenibile. In prospettiva il quadro per il grezzo sta diventando più costruttivo.

L'euro nell'ultima settimana si è mosso tra 1,24 e 1,27 verso il dollaro, ma il quadro tecnico appare poco promettente nel breve termine; solo una decisa tenuta del supporto a 1,24 può scongiurare un‘importante discesa della valuta europea, che in questo momento sta pagando la sua debolezza politica. I mercati azionari sono alla disperata ricerca di un supporto che purtroppo non appare ancora vicino.

Per quanto riguarda il mercato elettrico Italiano si è registrata, nel corso della settimana, un'ulteriore flessione del PUN, sceso del 3,1% ed ora a quota 73,07 €\MWh. Il valore è 1,5 € più basso di quello registrato nella prima settimana di Marzo 2008. I volumi di elettricità acquistata su IPEX permango su livelli molto inferiori rispetto a quelli dell'anno passato (-7%). Nelle ore di picco, invece, si è assistito ad una leggera ripresa del prezzo, che ha segnato una media di 93,77 €\MWh, con un incremento del 1,6% rispetto alla settimana precedente. Il prezzo formatosi nelle ore di basso carico, invece, ha perso un ulteriore 6,8% dopo il 5% della settimana passata, attestandosi a 61,58 €\MWh. In controtendenza i mercati esteri che dopo aver toccato livelli bassissimi la scorsa settimana, fanno segnare una crescita, a livello baseload, di 4,7%  in Francia e 6,7% in Germania.

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