turismo

Viaggio in India del Sud

Suggestioni dal Tamil Nadu

02 Feb 2009 - 17:39

Ci sono diverse ragioni per spingersi fino a sud, nel Tamil Nadu. Non è bastato lo tsunami del 2004 che ha colpito anche il piccolo paese di Mamallapuram sulla costa, né basteranno i plurimi atti terroristici del novembre 2008, a scoraggiare il viaggiatore incuriosito dall’affascinante continente indiano.
La regione dell’India meridionale conserva ancora le caratteristiche peculiari della civiltà dravidica, che ha dato origine a lingue e letterature autonome; la condizione di isolamento, infatti, rispetto all’India del nord soggetta a dominazioni di varia natura, ha permesso alla cultura di questa fetta di terra di rimanere intatta, pressoché uniforme, ancorata alla tradizione e agli aspetti più autentici della fede induista. Chi voglia ammirare ondate di pellegrini nelle loro manifestazioni rituali, nell’atto di effettuare le puja e di profumarsi con unguenti e polveri sacre, deve recarsi nella regione del Tamil: santoni e fedeli se ne stanno accovacciati o genuflessi nelle antiche città-tempio, avvolti nel colore arancio, quello che soprattutto i saggi indiani, i Sanyasi, indossano durante cerimonie particolari. A Shiva si intonano inni ogni sera, all’ora del tramonto, quando la processione dei pellegrini chiude i battenti del tempio; in testa, il sacerdote, che fasciato nel suo caratteristico perizoma, dispensa i frutti della terra in onore del dio, chicchi di riso e bacche dolcissime.
È qui, nel Tamil Nadu, che è nata la famosa danza ritmica Bharat Nathyam, eseguita appunto nei templi in onore degli dei. Ed è sempre nel Tamil che l’architettura religiosa ha raggiunto livelli di eccellente perfezione grazie alla mano esperta di abili artigiani e intagliatori, che hanno arricchito con motivi ornamentali i gopuram (le torri antistanti l’ingresso) e i mandapam (i padiglioni davanti al tempio).

In questa parte del Paese i kolam ben fatti davanti alle case tradiscono ancora la volontà di Akka (la sorella maggiore della famiglia) di trovare un marito, così come l’arte di ornarsi con sari splendidi, fatti con la seta di Kanchipuram e del cospargersi ogni sera di olio di cocco la chioma nerissima, abbellita da un fiore fresco di stagione.
Il capoluogo è Chennai (Madras), ma forse vale subito la pena di spostarsi a sud, nell’unica spiaggia turistica accessibile, quella di Mamallapuram, purtroppo parzialmente distrutta in seguito allo tsunami del 2004. Oggi però è tornata alla normalità e le botteghe dei sarti, lungo la strada principale che conduce al mare, hanno di nuovo aperto alla folla incuriosita che ogni volta si sbigottisce di fronte alla velocità di confezione di un abito su misura: da Kanchipuram (una delle sette città sacre dell’India) o Madras arrivano metri e metri di seta della migliore qualità, con cui gli artigiani confezionano sari, salawal (pantaloni) e abitini all’occidentale. Sulla spiaggia se ne sta, a guardia delle acque del golfo di Bengala, lo Shore Temple, una delle opere dell’ultima fase della dinastia pallava. Magnifico esempio di arte pallava sono anche i Fives Rathas, un gruppo di templi che si trova a circa tre km dalla spiaggia, mentre le vicine sculture rupestri testimoniano un passato che permane ancora oggi, nella fitta serie di botteghe dove si lavora la pietra, nella strada adiacente.
Pondicherry, più a sud, sembra ancora un enclave francese in territorio indiano, benché i francesi abbiano definitivamente rinunciato al suo controllo quasi sessant’anni fa. Pondy, come la chiamano affettuosamente i suoi abitanti, si sviluppa lungo la costa: il municipio in stile francese, così come alcune chiese cristiane realizzate dai missionari, sono in armonico contrasto con i vicini gopuram dei templi induisti. Il meglio della città si ammira percorrendo l’heritage walk, segnalato anche nelle toponomastica stradale. Pondy è anche la città dello yoga: qui infatti Sri Aurobindo ha fondato, insieme alla sua compagna spirituale The Mother, un ashram dove gli adepti vivono secondo i principi spirituali, basati sulla pace e sul vivere comune. Anche l’ayurveda è una pratica molto in voga a Pondycherry, al punto da selezionare la tipologia di viaggiatori e visitatori che si spinge da queste parti. Negli immediati dintorni si trova infatti Auroville, sorta di comunità internazionale fondata sulla pace da The Mother, e che ha il suo fulcro nel Matrimandir, una struttura avveniristica circolare adibita a sala di meditazione. Un’esperienza in questo posto è molto particolare e suggestiva.
Trichy è l’abbreviazione di Tiruchirappalli; un agglomerato di tuc tuc, traffico, negozi, mucche, pellegrini, venditori ambulanti…A Trichy si va per ammirare due magnifici templi: il Rock Forte Temple è un complesso religioso già visibile da lontano, poiché è ubicato su un affioramento roccioso; composto da due edifici sacri, uno dedicato a Shiva e uno al simpatico Ganesh (dio elefante), è luogo di pellegrinaggio. Lo Sri Ranganathaswamy Temple invece è dedicato a Visnhu e si trova a nord del Rock Forte: è costituito da ben sette sezioni concentriche e caratterizzato da 21 gopuram. Soltanto agli induisti è concesso l’ingresso al settimo recinto.
Madurai è la città di Meenakshi: il dio a cui è dedicato il complesso religioso più importante, che attira annualmente milioni e milioni di pellegrini da tutta l’India, è anche il protagonista insieme alla sua consorte Sundareshwara, del Chithrai Festival, che celebra le loro nozze con festeggiamenti della durata di ben 14 giorni (l’evento cade tra aprile e maggio). Lo Sree Meenakshi Temple è un tripudio di sculture e ornamenti sacri, a partire dai 12 gopuram riccamente ornati. Il complesso ospita diverse sale dedicate alle divinità, non tutte accessibili ai non induisti. L’ingresso al tempio si trova di fronte al famosissimo mercato: qui fiori freschi, sarti, sete brillanti, pigmenti colorati utilizzati dalle donne per abbellirsi, sciarpe, spezie e braccialetti luccicanti, sono la felicità di qualsiasi viaggiatore. Con gli ultimi bagliori del giorno il tempio e il mercato si svuotano, mentre fuori un poliziotto con l’altoparlante tenta invano, di far defluire il traffico.
Ooty e Kodaikanal, sui Gathi occidentali, rappresentano quasi un’oasi di pace e di refrigerio rispetto alle metropoli affollate. Sono infatti due stazioni termali del Nilgiri e possono essere raggiunte dopo aver visitato la parte orientale della regione, lungo la via che porta al Kerala. Qui la natura dà il meglio di sé: dal treno a che conduce a Ooty lo spettacolo è un susseguirsi di piantagioni di tè e spezie, in un accavallarsi di diverse gradazioni di verde. Ooty e Kodai offrono la possibilità di effettuare trekking lungo le zone circostanti, o, per chi non ne avesse ancora abbastanza, di visitare i piccoli tempietti rupestri lungo la strada dedicati a Ganesh, Shiva, Visnhu, la triade indiana dell’equilibrio, della saggezza, della distruzione e dell’armonia.

Ughetta Lacatena

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