Da oggi 10 giugno il canale Tgcom24 è firmato dal direttore Alessandro Banfi. Ecco il suo saluto ai telespettatori
© Itaca Comunicazione
Avere una nuova responsabilità è sempre una fortuna perché dà l’opportunità di ricominciare. E iniziare qualcosa è vitale, come vitale è lavorare. Inizio oggi un’avventura alla direzione di questo Tgcom24, che è impegnativa e magnifica insieme.
Voglio subito ringraziare Mario Giordano, cui l’azienda ha affidato nuove iniziative nel campo dei programmi giornalistici, e che ha fatto nascere questo canale, portandolo subito al successo. E ringrazio tutta la redazione di News Mediaset che ha profuso in questa impresa tantissime energie e un grande entusiasmo, oltre che una professionalità notata e invidiata da molti colleghi. Una professionalità premiata dai dati d’ascolto.
Ringrazio l’Editore che mi dà fiducia in quella che è già stata in parte la mia casa professionale, dal febbraio dell’anno scorso con la nascita di Scelti per voi, la rassegna stampa dei giornali delle 8 del mattino, che lo stesso Giordano mi affidò. Con questo appuntamento serale voglio appunto raddoppiare quel tipo di commento, per una volta, in una giornata di notizie che si susseguono tumultuose, riflettere, interpretare, far capire.
Sento infatti che la gente vuole capire, essere aiutata a decifrare la realtà. A smontare e rimontare il giocattolo dell’attualità. E penso che Tgcom24, compreso il sito Tgcom24.it, possa svolgere una grande funzione anche pubblica in questo senso. Dopo lo start up, una seconda fase perché questo canale diventi un’abitudine, un appuntamento fisso. Contro gli schemi preconcetti, i luoghi comuni, le analisi scontate che sono la morte del nostro mestiere.
Questo fiocco giallo, che indosso anche stasera, è per Domenico Quirico. Un grande collega sequestrato in Siria e che aspettiamo torni libero. Quirico ha sempre avuto due grandi qualità: curiosità, sensibilità per l’umanità e tutta l’umanità e studio, voglia di capire. Vi prometto che cercheremo noi giornalisti di Tgcom24 di seguire quell’esempio. Di non smettere mai di essere curiosi e aperti a tutti, non smettere mai di essere seri, di cercare di capire, di faticare per comprendere. Per quanto mi riguarda cercherò di non dimenticarmi troppo il valore dell’umiltà. Come diciamo a Torino, tradizione dialettale dell’understatement, esageruma nen.