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Piatto Ricca, Lerner ci si ficca

Il telebestiario di Francesco Specchia

Dal Web

C'è un mistero che aleggia, oggi, in televisione. Perché Gad Lerner conduttore spigoloso e simpaticamente dittatoriale è così ammaliato da Piero Ricca? É un parente? Gli deve dei soldi? Ricca incarna forse il lato anarchico e oscuro che Gad, ortodosso del Pd, è costretto a reprimere? Fatto sta che ogni volta che viene invitato all'Infedele Ricca prende la parola. Per i primi minuti, da esperto del fenomeno Grillo, proferisce concetti sensati. 

Parla di democrazia diretta, di scardinamento dei partiti, di trasparenza della politica, roba con cui naturalmente siamo d'accordo tutti. Ma in pochi attimi, inebriato dall'ininterrotto tempo di parola concessogli da Gad soverchia e strapazza gli ospiti anche in modo ineducato (fa a Renzi: «Lei è un paraculo, senza offesa», ma lo dice senza un filo d'ironia); cazzia lo stesso Lerner («Troppi temi, non faccio in tempo a rispondere, così perdi cento spettatori a volta, rimarrai a zero Gad. Nessuno che conosco ti guarda...»); e, soprattutto, si permette di zittirlo istruendolo su come deve condurre il programma: «Questi talk show vanno completamente rifatti. Ti faccio una lista di cose da rifare, ma mi devi pagare!».

Alchè uno osserva Gad piegato sotto il peso del verbo di Ricca, l'occhio socchiuso e il ghigno tagliente. «Ora sbotta, e l'azzanna alla gola...», pensiamo. Invece, nulla. Gad rimane lì, inane, a prendersi palate di melma senza reagire. Ricca spara: «Molti italiani se ne infischiano dei talk show, c'è un calo verticale delle tv, le nuove generazioni non guardano al tv»; il che è una cazzata, perché la tv le nuove generazioni la guardano ma dal web, c'è solo un uso non più lineare ma liquido del mezzo; e Corrado Formigli, anch'egli ospite, che le cose le conosce, cerca di spiegarle. Uno, allora, a questo punto, s'immagina: vedrai che Gad,adesso, gli trancia la parola, come a un Tremonti, a un Salvini qualsiasi. Invece, niente di niente.

Invece Gad, davanti all'irruenza di Ricca, quasi balbetta: «Ma io faccio il 5%...». Ricca insiste, e tra l'altro nel picchiar duro è anche bravino: «questo qua è un gioco di sofismi miserabile. Andate su Internet a farvi un'opinione, non guardate la tv e sui conduttori organici!». E Gad riesce soltanto: «magari leggete anche qualche libro...». E Ricca lo rintuzza: “Tutto, purchè teniante spenta la tv sul comodino!”. Un effetto-Tafazzi impressionante, insomma. Ora, Piero Ricca classe '71, barbuto, fisico da villain dei film di Bud Spencer e Terence Hill, è un abile «blogger, giornalista freelance italiano» come ricorda Wikipedia; ma senza una sua precisa collocazione nel mondo. É noto per aver dato del «Buffone!» al Berlusca e per esserselo rimangiato dopo una querela arrivatagli tra le gengive (“Avevo detto Puffone, non buffone…”), per essere salito sul palco di Grillo al V-Day e per firmare servizi in stile Iene sul Fatto Quotidiano on line. Non se ne conoscono le opere, gli studi, nè come riesca a campare.

Dicono che Ricca, figlio d'un magistrato, sia ricco di famiglia. In compenso, si sa che su un' “orribile” televisione (privata), l'emittente Altaitalia TV, qualche anno fa cercava di fare, guarda caso, il conduttore. Formigli in studio inutilmente si chiedeva: che ci fa Ricca a dichiarare che la tv è marcia, in tv? Già, che ci fa?...