Un brano estratto da il libro di Mario Giordano "Sanguisughe"
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"Così non si può andare avanti: serve una riforma delle pensioni" tuonò Giuliano Amato nel giugno 1992. Con la sua manovra monstre di quell'autunno, tutta lacrime&sangue, fu il primo presidente del Consiglio italiano a tagliare le pensioni d'anzianità, dopo averle bollate come un'ingiustizia e uno spreco.
E anche quando è poi tornato al governo come ministro di D'Alema, ha sempre ostentato posizioni di assoluto rigore. "Senza la riforma delle pensioni me ne vado" ha dichiarato in Parlamento nel luglio 1999. "Riformiamo subito le pensioni" ha ribadito nel 2007 a "Repubblica". "Riforma delle pensioni? Qualcosa bisogna saper proporre" ha insistito nel 2009 parlando al "Messaggero".
"I sacrifici? I sacrifici sono necessari" ha spiegato nel 2010 al "Mattino". Per approfondire il problema ha anche scritto un libro, Il gioco delle pensioni, in cui invita tutti coloro che godono di un reddito alto a rinunciare all'egoismo al beneficio degli appartenenti alle fasce di reddito più basse e dunque incapaci di crearsi una pensione complementare: "Sembra un atto di fede, ma un tentativo può e deve essere fatto...".