In libreria il meglio della rubrica
Ormai da più di tre anni sulla prima pagina della Stampa Massimo Gramellini delizia i lettori con il suo Buongiorno, ventidue righe per raccontare, con semplicità e arguzia, i fatti della vita. Gramellini ama paragonare la sua rubrica alla quotidiana tazzina di caffè del mattino, e per venire incontro ai lettori più ingordi è arrivata nelle librerie una vera e propria Gaggia da bar pronta a soddisfare i palati più fini. Buongiorno è come una fotografia quotidiana del nostro Paese. Com'è cambiata l'Italia da quando hai cominciato la rubrica? E il tuo approccio alle situazioni e alle storie da raccontare è sempre lo stesso oppure no? Tra i tuoi italiani da poster ci sono Flaiano e Montanelli. Quanto della loro "lezione" giornalistica c'è nei tuoi Buongiorno? Se è vero che ormai quella dei buongiornisti è diventata una piccola comunità virtuale, vista la quantità di lettere che ricevi, ti sei fatto un'idea del tuo lettore-tipo? Il tuo sogno è scrivere romanzi d'amore su una casa al mare. Lo baratteresti con la salvezza dell'amato Toro e uno scudetto, diciamo nel giro di tre anni?
Il meglio ("o il meno peggio", come precisa l'autore) degli aromi di questa miscela sono stati infatti raccolti in un libro, diviso in dodici sezioni e impreziosito dalle illustrazioni di Ettore Viola.
Buongiorno è un po' il sogno di tutti i giornalisti, visto che ti dà la massima libertà di spaziare su ogni argomento. Ma dietro questa libertà quali rischi si nascondono?
I rischi della libertà sono la rilassatezza e la banalità. Cerco sempre di chiedermi se quel che sto per scrivere mi interesserebbe anche leggerlo.
Come nascono le venti righe quotidiane? C'è un un modus operandi che si ripete oppure no?
Ci sono tanti rituali, come in tutte le abitudini. Da più di un anno, per esempio, scrivo solo con la musica nelle cuffie. Musica rock. Rigorosamente in inglese, perchè l'italiano mi distrarrebbe. Non riesco a scrivere in una lingua e a sentirmela contemporaneamente nelle orecchie. Potrei provare ad ascoltare un disco in italiano e scrivere un Buongiorno in inglese, ma credo che i risultati sarebbero disastrosi.
Qualcosa è cambiato, anche in me. Tre anni fa prevaleva ancora la voglia di puntare tutto sulla satira, sulla presa in giro indignata. Ora mi accorgo, anche dalle email che ricevo, che il lettore non si accontenta più della denuncia o dello sfottò: chiede soluzioni. Il rischio diventa quello di cadere nel qualunquismo e nel moralismo. Io ci casco, qualche volta. Ma ho deciso di correrlo lo stesso.
Vorrei che ce ne fosse tanta! Ma non sempre ci riesco. Con tutto che conosco i loro scritti quasi a memoria. Quelli erano fuoriclasse autentici e italiani atipici, nel senso che pensavano sempre con la loro testa. Non avevano soluzioni preconfezionate e per questo ogni volta riuscivano a sorprendere. Di troppi commentatori sai già cosa scriveranno anche prima di cominciare a leggerli.
E' una persona semplice ma non superficiale, che non ragiona più con le vecchie etichette della politica, ha molte passioni e crede ancora nella possibilità di cambiare il mondo: non più con le rivoluzioni di massa, ma con quelle individuali. Le più lente e faticose, ma anche le uniche che diano risultati sicuri.
Il baratto è impossibile, perchè il Toro è il mio romanzo d'amore. Uno dei romanzi più sfigati di tutti i tempi, roba da far impallidire i feuilleton dell'Ottocento!
Domenico Catagnano
Massimo Gramellini
Buongiorno
La Stampa-Torino
Pagg. 370
16,50