PUNTO A CAPO

Perché si parla tanto della legge sulle intercettazioni?

07 Ott 2011 - 23:15
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Se ne parla tanto  perché il testo che limita l’uso e la pubblicazione delle intercettazioni, in questi giorni in discussione nella Commissione Giustizia della Camera, non piace a molte categorie, dai giornalisti ai magistrati, e non è andata giù nemmeno ai blogger e al cosiddetto “popolo del web”. Se ne parla tanto perché la maggioranza (anche in risposta alla nuova ondata di pubblicazioni delle conversazioni che riguardano la vita privata del premier) la vuole approvare senza andare per le lunghe, tant’è che potrebbe essere posta la fiducia.

PERCHE' I GIORNALISTI PROTESTANO?
I giornalisti sostengono che la legge che limita la pubblicazione delle intercettazioni darebbe una colpo di grazia alla libertà di stampa. Nell'ultima versione, con le modifiche apportate dagli emendamenti del Pdl, il testo stabilisce che non è pubblicabile alcuna intercettazione, neppure se contenuta nelle ordinanze del gip a inchiesta aperta, finché non sia stata fatta la scelta, da parte dei giudici, pm e avvocati riuniti in una udienza-filtro, tra quelle "rilevanti" per le indagini e quelle "irrilevanti”. Non sarà consentito neanche di riportare per riassunto o nel contenuto le telefonate registrate. E' previsto il carcere per i giornalisti che pubblicano intercettazioni considerate “irrilevanti”.

PERCHE' GIULIA BONGIORNO SI E' DIMESSA DA RELATORE DELLA LEGGE?
La deputata finiana e presidente della Commissione Giustizia alla Camera chiedeva di non modificare il testo che invece permetteva di riportare almeno il contenuto della intercettazioni fino all’udienza-filtro. “Non mi riconosco in questo testo e trovo inaccettabile che sia bastato uno schioccar di dita del premier per mandare in fumo due anni e mezzo di lavoro per cercare un accordo”.

I BLOGGER PER QUALE MOTIVO SI SONO LAMENTATI?
 A loro non è piaciuto per niente il comma 29 dell’articolo 1 del disegno di legge: “Per i siti informatici le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”. In pratica cosa significa? Se pubblichi qualcosa su un blog e ti viene richiesto di rettificarla hai tempo due giorni per farlo, altrimenti scattano le sanzioni. Un blogger potrebbe ricevere una multa fino a 12mila euro.

QUESTA NORMA E' STATA CAMBIATA?
Sì. All’unanimità e con il parere favorevole del governo è stata approvata una modifica che distingue tra testate giornalistiche online e blog. Solamente le prime, quelle registrate presso i tribunali e con un direttore responsabile, avranno l’obbligo di rettifica entro due giorni dalla pubblicazione dei contenuti controversi. Mentre per gli altri non ci saranno obblighi particolari se non quelli già previsti dalla legge e legati, per esempio, alla diffamazione.

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