La cantante, autrice e polistrumentista si racconta a Popular
di Giancarlo Bastianelli© Ufficio stampa
“Vive” è il titolo del nuovo album della cantante e polistrumentista Annie Barbazza, pubblicato dall’etichetta “Dark Companion”, che nel corso della sua storia ha perseguito la strada della coerenza, puntando su una qualità musicale senza compromessi. Non si sottrae a questa “regola”, il lavoro di Annie, valorizzata dall’indimenticabile Greg Lake, “anima” dei primi King Crimson e di Emerson, Lake and Palmer, che è anche uno dei numerosi “ospiti” dell’album.
Non si sottrae a questa “regola”, il lavoro di Annie, valorizzata dall’indimenticabile Greg Lake, “anima” dei primi King Crimson e di Emerson, Lake and Palmer, che è anche uno dei numerosi “ospiti” dell’album. E’ un grande piacere ospitare a “Popular” una cantante di grande capacità, ma anche un’ artista a tutto campo, come Annie nel suo primo lavoro dove, oltre a cantare, è anche autrice dei brani.
Partiamo dal titolo: “Vive”, come mai lo hai scelto?
L’autore della copertina del mio album è l’artista visuale William Xerra. Con “Vive”, dal 1976 segna alcune sue opere d’arte, tra le quali quella che ha realizzato per me e che sarà inclusa come inserto nella prima edizione del vinile. Mi è sembrato molto adatto come titolo anche perchè il termine “vive” è attinto dalla terminologia tipografica: è la chiave simbolica per indicare il recupero di un qualcosa che si era cancellato, e quindi annullato, restituendogli così vitalità espressiva e forse significato. Anche questo album ha molte parti che sono “vive” in quel senso. Cose che avevo scritto, frammenti musicali e di pensiero che ho recuperato o che mi hanno recuperata in questo viaggio.
Il disco mi fa pensare a una sorta di itinerario con molti “compagni di viaggio”; cosa ne pensi?
Infatti è così. Quando iniziai a collaborare con Greg Lake gli proposi alcune canzoni scritte da me, lui rimase così entusiasta che mi suggerì di iniziare un album di sole mie composizioni originali, dove avrei cantato e suonato tutti gli strumenti necessari. Così sotto la sua produzione e quella di Max Marchini ho iniziato a scrivere e registrare. Negli anni poi ho avuto la fortuna di incontrare sul mio cammino tanti nuovi amici musicisti, alcuni dei quali mi hanno addirittura chiesto di poter partecipare a questo progetto, così questo disco è cresciuto assieme a me e grazie a loro, ed è diventato qualcosa di diverso, ricco e strano… Ho poi deciso di non includere alcune delle cose che avevo fatto con Lake perchè non più coerenti con quello che era divenuta la nuova semantica del disco. Ciascuno di questi compagni di viaggio ha aggiunto spezie alla mia ricetta. Sono infinitamente grata alla loro generosità: Lino Capra Vaccina, Fred Frith, Daniel Lanois, Greg Lake, Michael Tanner, Olivier Mellano, Camillo Mozzoni e John Greaves e Paul Roland, che hanno addirittura scritto un brano per me, oltre che suonato nel disco.
Cosa ha significato per te condividere i brani da te composti con gli altri artisti?
Più che condividere è stato un arricchire. Non nascondo che ancora oggi ho un certo pudore nell’ascoltare i testi e le musiche scritti da me, ma è stato sorprendente sentire il risultato finale poichè ciascuno di loro li ha trasformati, respirati, ovviamente migliorati pur rispettando incredibilmente la mia intenzione originale.
La tua voce è anche uno strumento?
La mia voce è il mio strumento. “Voice is the original instrument” come ben significò Joan La Barbara. Ricordo una sera, mentre ascoltavamo della musica a casa di Max, che Greg si girò improvvisamente verso di me e mi disse: “Vedi Annie, se mai esiste un dono nella musica, questo è l’ essere un cantante”. Gli sarò eternamente grata per tutto ciò che ha fatto per me e che mi ha trasmesso.
Cosa accadrà sul fronte esibizioni dal vivo?
È molto difficile suonare in Italia, trovare spazi e persone disposte ad ascoltare, ma ci sto lavorando e sono molto fortunata perché al mio fianco ho una delle più belle persone che io abbia mai incontrato, il chitarrista Marco Colombo, musicista di straordinaria sensibilità, con il quale stiamo riadattando questi brani per essere rappresentati live, sempre sotto la produzione di Max della Dark Companion.