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A "Popular" il pianista Martin Kohlstedt parla dell'album "Strome"

Tgcom24 ha incontrato il musicista tra i protagonisti di "Piano City"

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Tra i momenti più suggestivi del festival Piano City da poco concluso a Milano, il concerto del giovane pianista Martin Kohlstedt.

L'artista è in tour promozionale per l'uscita del nuovo album "Ströme" pubblicato da Warner Classics. Il disco è realizzato in collaborazione con il Coro di una delle più prestigiose e antiche istituzioni musicali europee, il Gewandhaus di Lipsia: 70 voci dialogano con gli ammalianti suoni creati da Kohlstedt al pianoforte.

Martin Kohlstedt dopo aver studiato alla scuola di musica di Leinefelde e alla Bauhaus-Universität di Weimar, si è dedicato a una carriera di compositore e performer di musica neoclassical, arrivando anche in Italia per l'EXPO di Milano del 2015. Nella sua carriera ha composto musiche per installazioni, videogame e film. Martin è solito associare, anche nei live, il pianoforte all'elettronica e a diverse tipologie di sintetizzatori. A Kohlstedt ospite a “Popular”, abbiamo chiesto come mai la scelta del coro. "Ogni artista credo sia suggestionato dalla possibilità di "mettere in campo" un progetto che preveda il coro - dice il pianista -; nel mio caso quando il prestigioso Gewandhaus di Lipsia in Germania, mi chiese di creare questo progetto, fui particolarmente entusiasta. Iniziammo a lavorare e a confrontarci, anche ascoltando musiche di compositori come Arvo Part, che spesso hanno creato composizioni che vedevano il coro al centro della scena. E' stato come lavorare con i mattoncini del Lego, "componendo" la musica nel senso più stretto del termine. Il Gewandhaus mi chiese di dare vita ad un lavoro musicale moderno, con lo scopo di avvicinare il più possibile i giovani alla musica classica e contemporanea. Abbiamo voluto mettere in campo un progetto dove il coro interagisse con le improvvisazioni.

Dal concerto di piano “solo” a Milano a tante situazioni diverse sul palco 
Sì, il concerto di Milano è stato di piano “solo”, ma indipendentemente dalla tipologia della performance credo che: piano, effetti elettronici e pubblico possano interagire tra loro, con il pubblico in particolare che non ha un ruolo "passivo”, ma "attivo". Ho usato molti effetti elettronici ma molti sono ricavati direttamente dal pianoforte.

Cosa significa per te interagire con il pubblico? 
Non importa se mi capita di collaborare con un orchestra, con un coro, in piano "solo" o in altre situazioni; io cerco sempre il contatto con il pubblico, che si pone di fronte ai miei progetti come davanti ad uno specchio. Quando mi esibisco in una sala, indipendentemente dalle sue dimensioni, cerco proprio questo dalla gente che assiste ai miei concerti. Entrare in contatto con le persone è qualcosa che mi entusiasma.