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A "Jazz Meeting" Daniele Sepe parla della performance con O'Rom

Tgcom24 ha incontro il grande sassofonista napoletano

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Fino al 24 agosto a Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, è in programma la 39.ma edizione del "Roccella Jazz Festival".

Un appuntamento che negli anni ha guadagnato uno spazio di primo piano, non solo tra i festival jazz dello Stivale, ma una considerazione altissima anche fuori dai nostri confini. La qualità della proposta nelle varie edizioni, ma anche la varietà di artisti che ogni anno si esibiscono, è la ricetta vincente della manifestazione. Anche quest'anno apertura spumeggiante con i suoni balcanici e mediterranei del Saso Popovski Trio, proveniente dalla Macedonia del Nord.

Poi è stata la volta degli O'Rom, alfieri del Napulitan Gipsy Power, unici nella fusione di sonorità balcaniche con la musica partenopea. Insieme a loro Daniele Sepe. Il grande sassofonista napoletano ospite a "Jazz Meeting", questa settimana e già nel cartellone di "Roccella Jazz" nella passata edizione, ci parla della sua performance con O'Rom. "Il pubblico di Roccella è molto partecipe, variegato, composto da appassionati, da giovani che magari per la prima volta si avvicinano a jazz, ma anche da famiglie - dice -. Roccella ha secondo me punti in comune con altri festival, come ad esempio "Pomigliano Jazz", dove il pubblico va ben oltre la cerchia degli appassionati del genere, facendo capire che certa musica non è d'élite, ma in realtà è "popolare", nel senso più stretto del termine.

Il tuo percorso musicale in questi anni ti ha portato ad una continua ricerca nuovi stimoli...
Penso che la vita sia troppo breve per fare una cosa sola, preferisco non "specializzarmi" in qualcosa, ma esplorare. Anche in un progetto come quello con 'O Rom, trovo un grande arricchimento personale, mi piace lavorare con loro, perché la musica unisce i suoni balcanici a quelli partenopei e del Mediterraneo.

Pensi di tornare a Roccella anche il prossimo anno?
Me lo auguro, perché Roccella è un festival che seguo da tanti anni ha avuto storicamente un'attenzione per il free jazz, ma anche per la musica popolare, guadagnando uno spazio di prim'ordine, con la specificità di coniugare suoni e linguaggi che solo apparentemente sono diversi e distanti tra loro.

Già dai prossimi giorni tantissimi impegni...
Si, farò a fine agosto alcune date con Stefano Bollani, poi aiuterò Vinicio Capossela durante Sponz Fest del quale è direttore artistico. Poi fino a settembre promuovero' il mio ultimo disco, dedicato a Gato Barbieri, che presenteremo il 4 settembre per "Pomigliano Jazz". Conto di far suonare con me gran parte dei musicisti che hanno lavorato alla produzione del disco. E' un progetto al quale tengo molto. Gato Barbieri mi ha insegnato a mettere insieme musica popolare e jazz; è stato forse tra i primi a farlo, con album indimenticabili come "Bolivia".