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Anna, dalla progettazione al cucito Il suo motto? "La creatività guarisce"

Architetto 39enne della Brianza, dopo aver collaborato presso grandi studi di progettazione, si è trovata senza lavoro. Poi lʼlluminazione: "Ho fatto un corso di sblocco creativo che mi ha cambiato la vita"

anna, necessita
tgcom24

Saremo pure ingenui, ma una delle poche cose che non si possono negare sono i sogni. Così abbiamo pensato di andare alla ricerca di tutti quegli italiani che non si sono arresi alla crisi, ma hanno saputo rialzarsi e reinventarsi con successo. E ce ne sono. In molti hanno deciso di arrangiarsi trasformando i propri sogni in fonte di reddito. Di necessità virtù, appunto: è il titolo della rubrica di Tgcom24 che parla di chi, nonostante la difficile situazione economica, si è rimboccato le maniche. Se anche tu hai sfidato la crisi e ne sei uscito vincente: scrivi e racconta la tua esperienza. Oggi vi raccontiamo la storia di Anna Marelli: architetto 39enne, specializzata al Politecnico di Milano in paesaggio, nata e cresciuta a Montevecchia (un piccolo paesino della Brianza). Dopo anni di "boom" lavorativo nel capoluogo lombardo, con la collaborazione presso grandi studi che si occupavano di progettazione ambientale, il vuoto. La crisi, via via, ha tagliato tutte le opportunità di lavoro. Così ha sperimentato la qualunque: le pulizie, la baby sitter, l'assistenza clienti e l'impiegata amministrativa...tutto senza grosse soddisfazioni. Poi, nel 2012, l'illuminazione: "Ho fatto un corso di sblocco creativo - spiega a Tgcom24 - e questo evento ha dato una svolta alla mia vita". Ora è un fiume in piena: pittura su ceramica, cucito creativo, corsi di avvicinamento alla macchina da cucire, manufatti in lana, arte dell'uncinetto, e chi più ne ha più ne metta... "Si sono succeduti una serie di eventi - ci dice felice - che mi hanno spinto a credere sempre di più che la creatività poteva essere lo strumento giusto per "guarire-migliorare-crescere"

Dai progetti ai ricami...come ci si reinventa?
"Ho provato di tutto, ho fatto le pulizie e la baby sitter, l'assistenza clienti e l'impiegata amministrativa finché nel 2010 ci ho riprovato aprendo una mia società con altri due soci con l'obiettivo di progettare e realizzare aree gioco per bambini prevalentemente per i comuni. Abbiamo lavorato bene i primi anni ma dal 2012 il tutto è andato peggiorando, così ho fatto un corso di sblocco creativo e questo evento ha dato una svolta alla mia vita".

Un salto nel buio a quasi 40 anni non è facile...
"Sì, ma ho conosciuto molte persone che come me si sono trovate con meno lavoro e più tempo a disposizione e abbiamo iniziato a fare mercatini insieme. E poi creare con le mani mi aiuta ad abbassare il livello di stress, vedo realizzato subito quello che mi passa per la testa ed è gratificante soprattutto per chi come me progetta e deve aspettare mesi per vedere una realizzazione. Insomma si sono succeduti una serie di eventi che mi hanno spinto a credere sempre di più che la creatività poteva essere lo strumento giusto per "guarire-migliorare-crescere".

Cosa fai esattamente?
"La mia produzione è rappresentata da pittura su ceramica con uno stile contemporaneo; realizzo borse reversibili in tessuto, pochette e bustine, mi sono inventata il “Paraspal”, una striscia di spugna con applicate delle decorazioni di tessuto da mettere sulla cintura di sicurezza per non soffrirla in estate soprattutto quando noi ragazze viaggiamo con abiti o magliette scollate. E ancora cuscini per la casa e pupazzetti per i bimbi, gioielli con l'uncinetto, o oggetti su richiesta come tovaglia con tovaglioli corredati e misure particolari al piatto in ceramica che il testimone di nozze regala agli sposi con dipinto il disegno della partecipazione, i nomi e la data del matrimonio".

Hai un laboratorio o lavori da casa?
"Lavoro da casa: ho allestito la stanza degli ospiti come un piccolo laboratorio con la macchina da cucire di mia mamma che nonostante i suoi 58 anni (la macchina da cucire, non la mamma) funziona ancora benissimo e un tavolo dove posso dipingere e tagliare i tessuti. Ho voluto dare un nome a questa avventura: ho scelto “Nigutindor” che è una parola che fa parte di un detto che recita "un nigutin d'or fa su con la carta d'argenta" tradotto significa “un niente d'oro ma impacchettato con la carta argentata”; un tipico modo di dire del dialetto milanese molto ironico per dire che spesso “basta il pensiero” e allora il pensiero diventa d'oro ed è impacchettato con la carta d'argento".

Come sei riuscita a farti conoscere?
"Avevo bisogno di vendere le mie creazioni, anche in questo caso alcune coincidenze mi hanno aiutata nell'impresa, infatti Etsy, la più grande piattaforma di e-commerce al mondo destinata ai creativi che fanno cose a mano, in quel periodo era appena sbarcata in Italia e mi ha spinta ad aprire il mio negozio online etsy.com/it/shop/NigutinDor. Successivamente ho aperto un negozio alittlemarket.it/boutique/nigutindor-1050369.html anche su “A little Market”, altra piattaforma arrivata in Italia e che molto ha apprezzato il mio lavoro, tanto da dedicarmi degli spazi in copertina. Ho aperto anche un blog dove racconto quello che faccio e da questa settimana ho anche l'indirizzo ufficiale nigutindor.com. Sono presente su quasi tutti i social network con il profilo ufficiale di nigutindor perché ritengo che al giorno d'oggi queste piazze virtuali siano imprescindibili per farsi conoscere e per trarre ispirazione confrontandosi con altri creativi da tutto il mondo".

Riesci a mantenerti con questa attività?
"La mia svolta è stata più "spirituale" che materiale, anche perché ancora non posso dire di guadagnare abbastanza per vivere con quello che faccio ma non è questo l'importante.Faccio un lavoro che mi piace e posso gestire il tempo come voglio. Alla fine, proprio perché il mio lavoro mi piace, mi ritrovo a lavorare anche 14 ore al giorno ma arrivo a fine giornata contenta di quello che ho fatto. E poi ho conosciuto e frequento persone creative come me che credono nella condivisione delle conoscenze e dei saperi, nell'aiuto solidale e con l'idea di diffondere un nuovo modo di fare economia ed etica e di trovare insieme un modo per allontanarsi dalle dinamiche del consumismo dove tutto si usa e si getta ma dove invece si trovano modi nuovi per stare insieme e dove la "creatività" è una medicina per lo spirito e per il corpo perché si sa che fare la maglia abbassa il battito cardiaco e rilassa la mente!"

Cosa servirebbe per fare il botto?
"Sicuramente la promozione ed il passaparola. Spero di essere riuscita a far passare il messaggio che dietro ad ogni prodotto fatto a mano c'è un po' di chi lo compra (o lo commissiona) un po' di chi lo produce e un po' di chi lo riceve, per questo è un regalo come nessun altro".

Hai investito soldi nel tuo lavoro?
"Diciamo che gli investimenti maggiori li faccio sulla formazione, iscrivendomi a corsi nuovi ogni tanto. L'ultimo che ho fatto è su come fare la ceramica e utilizzare gli smalti. Mi piace sperimentare materiali nuovi e nuove tecniche. Imparo in fretta e mi piace l'idea di trasferire le mie conoscenze ad altri. A tal proposito mi sono inventata un "corso a domicilio" per chi vuole imparare ad usare la macchina da cucire e non sa da che parte iniziare".

Idee per il futuro?
"Mi piacerebbe avere un luogo fisico dove creare, un laboratorio con tanto spazio per la ceramica, per dipingere e per cucire, ma anche e soprattutto per tenere corsi per condividere conoscenze e tecniche, coinvolgere altre creative e dare la possibilità ad altre aspiranti maker di mettere le mani in pasta senza dover sfrattare i mariti da casa o spendere molti soldi in materiali; il tutto con un angolo per un thè caldo, due biscotti e perché no, quattro chiacchiere".