Il segretario del Pd esce allo scoperto e parla a tutto campo di esecutivo, della Manovra e dei rapporti all'interno della maggioranza e con le altre forze politiche
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"Io di certo non voglio andare al voto". Comincia così una lunga intervista di Nicola Zingaretti al quotidiano "la Repubblica". E prosegue spiegando che il sostegno del Pd all'esecutivo passa dalla necessità che si producano fatti concreti per il bene del Paese.
"La si smetta - aggiunge - con la ricerca ossessiva di polemiche e visibilità, perché questa è una degenerazione della politica che gli italiani non tollerano più. La cornice di litigi e la rincorsa a mettere bandierine sui provvedimenti che ha accompagnato la Manovra rischia di oscurare quanto di buono è stato fatto".
Zingaretti ha poi affrontato il tema dei rapporti all'interno della maggioranza. "I rapporti di forza sono per noi svantaggiosi: 18% Pd, 33% M5s. Ma stiamo facendo passi avanti su molte questioni. Le ultime uscite di Maria Elena Boschi, poi, che ci definito il "partito delle tasse" è stata davvero infelice. Italia viva deve capire che i nemici non siamo noi. Il nemico è Salvini e la sua nuova destra. Un Pd forte è senza dubbio l'unico argine a quelle forze".
Il segretario ha anche parlato delle elezioni regionali in Umbria. "Partiamo in svantaggio. Abbiamo perso molti Comuni e ci sono stati degli scandali. Ma Bianconi, il candidato presidente, e il primo esperimento di alleanza sul territorio con il M5s mi fanno ben sperare. Però si vota per la Regione. Se qualcuno vuol dare altre valenze alla consultazione lo fa per ragioni strumentali e destabilizzanti".