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Un solo candidato sindaco, zero voti: elezioni nulle a Castelguidone

Si presenta alle urne un solo cittadino sui 278 elettori del comune in provincia di Chieti, ma vota scheda bianca

 Castelguidone
Comune di Castelguidone

Le elezioni del piccolo comune di Castelguidone, in provincia di Chieti, non hanno prodotto un nuovo sindaco.

Non solo c'era un unico candidato alla carica di primo cittadino, ma dei 278 aventi diritto soltanto uno ha ritirato la scheda per le amministrative. Sbagliando, però. L'aveva scambiata per una relativa ai referendum, quindi l'ha inserita nell'urna senza scriverci niente. Affluenza alle comunali di Castelguidone: 0,36%. Voti al candidato sindaco: zero. Lo spoglio non è durato molto e il risultato è stato il commissariamento del comune.

 

Se anche quel singolo elettore avesse votato l'unica lista presente sulla scheda, il candidato Guglielmo De Santis, residente a Gallipoli, in Puglia, non sarebbe diventato sindaco. Nei comuni con meno di 15mila abitanti in cui si presenta un unico candidato, la validità dell'elezione è subordinata al raggiungimento del quorum del 40% degli aventi diritto. Avrebbero dovuto votare 112 persone. E, di queste, almeno la metà avrebbe dovuto esprimere una preferenza per la sua lista. 

 

 

De Santis era stato solo una volta nel paesino abruzzese che dista oltre 400 chilometri da casa sua, "in incognito" - come ha detto a Il Post -, per vedere com'era prima delle elezioni. L'obiettivo del suo partito, L'altra Italia, un movimento di destra che si è presentato con Destra Italiana, Movimento per l'Italia sociale e Mda, era sostanzialmente farsi conoscere. De Santis e gli otto candidati consiglieri della sua lista, tutti pugliesi, non si aspettavano di non avere competitor. Allo stesso tempo, non essendo parte della comunità locale e non essendo conosciuti, non hanno preso neanche un voto.

 

 

Il sindaco uscente, Donato Sabatino, aveva deciso di non candidarsi per un terzo mandato per via del suo lavoro da direttore di banca. Secondo i giornali locali, già alla fine dei suoi primi cinque anni non era dell'idea di ricandidarsi, ma poi lo fece per evitare al suo comune il commissariamento. Stavolta, invece, il commissariamento è arrivato: sarà un funzionario del prefetto a gestire l'ordinaria amministrazione fino a nuove elezioni.

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