Il leader della Lega a tutto campo boccia anche l'ipotesi di modifiche alla legge elettorale: "Ci opporremo a un ritorno al passato"
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Matteo Salvini ha annunciato che, dopo la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge del Friuli Venezia Giulia, giudicata "discriminatoria" verso i migranti, è già pronta la contromossa. "Mi dispiace per i friulani - ha spiegato - che comunque faranno ricorso alla Corte Costituzionale".
No al proporzionale puro. "Se il nuovo governo parte con la legge elettorale - dice ancora il leader della Lega in un'intervista a SkyTg24 - non ci siamo. La gente chiede di tagliare tasse e burocrazia e di riformare la giustizia. C'è la voglia di tornare indietro. Chi prende un voto in più vince: questo in democrazia, secondo me, deve essere un principio sano. Non mi piace l'Italia della palude che torna indietro, con 37 partitini. Ci opporremo a un ritorno al passato, quello del pentapartito".
Troppi no. "L'Italia ha perso un anno dietro i no dei Cinquestelle. Se non fosse stato per la nostra testa dura, non avremmo mai ottenuto le Olimpiadi invernali". Continua Matteo Salvini. "Il rapporto con il Pd? Chiedete a loro. Sono loro che hanno cambiato idea", ha aggiunto. A chi gli chiedeva se la Lega si sente accerchiata, il segretario del Carroccio ha risposto: "No, io preferisco essere di gran lunga accerchiato nel palazzo e guardare in faccia gli italiani".
Cosa dice la legge "discriminatoria". La legge impugnata dal Cdm è la numero 9 del 08/07/2019, "Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale", in quanto "numerose disposizioni sono risultate eccedere dalle competenze Statutarie della Regione" e "talune disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie". Le disposizioni a cui fa riferimento il Cdm nel suo comunicato riguardano in particolare gli articoli 22 e 54 comma c della legge regionale in questione. Il primo prevede lo spostamento di fondi - inizialmente destinati a misure per l'accoglienza diffusa - sui rimpatri coatti degli immigrati colpiti da provvedimento di espulsione (rimpatri che, però, sono di competenza statale e non regionale, sebbene il Fvg sia una regione a statuto speciale). Il secondo comma prevede invece di destinare gli incentivi occupazionali esclusivamente a chi assume persone residenti da almeno cinque anni nella Regione. Un elemento, quest'ultimo, discriminatorio non solo per i migranti ma anche per gli stessi italiani provenienti da altre regioni.