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Stadio Roma, Di Maio: "Passo indietro della Raggi? E' fantapolitica"

Il leader M5s lancia poi un avvertimento: "Il modello Salvini sulla sicurezza non funziona più"

Stadio Roma, Di Maio:
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Il Movimento 5 Stelle non chiederà le dimissioni del sindaco di Roma, Virginia Raggi, per gli ultimi sviluppi nell'ambito dell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma a Tor di Valle.

Lo afferma il vicepremier Luigi Di Maio, affermando che un passo indietro da parte della numero uno del Campidoglio è "fantapolitica". Marcello De Vito, l'ex presidente dell'Assemblea capitolina arrestato per corruzione, "lo abbiamo cacciato in trenta secondi".

"Non c'è alcuna nuova tangentopoli capitolina" - "Non voglio minimizzare ma in questo momento non vedo le associazioni a delinquere di cui parlavano i magistrati su Mafia Capitale che si era allargata a tutto il Pd romano", aggiunge il leader M5s intervistato da La Stampa in merito alla presunta nuova tangentopoli capitolina targata M5s. "Non abbiamo la presunzione di cambiare l`anima delle persone. Se qualcuno sbaglia, però, va a casa, come De Vito. Mentre l'assessore allo Sport Daniele Frongia si è autosospeso e, da quel che riferiscono i legali, si va verso l'archiviazione".

Sicurezza, monito a Salvini: "Più prevenzione e non solo repressione" - Da Di Maio, dopo la tentata strage di ragazzini su uno scuolabus, arriva poi un monito sulla sicurezza: "Per quanto riguarda i nostri militari e le nostre forze di polizia, l'Italia è un esempio nel mondo. Basti pensare al caso Battisti. Tecnicamente siamo impeccabili, politicamente possiamo migliorarci. Occorre iniziare a muoverci sulla prevenzione, non solo sulla repressione". Il vicepremier chiede più spazio e voce per il premier Giuseppe Conte e per il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

Di Maio nega che la sua voglia rappresentare una nuova "sfida" interna fra M5s e Lega guidata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Siamo al governo insieme e lavoriamo per fare cose giuste". Piuttosto, "credo che anche l'Italia debba iniziare a dotarsi di una National Security Strategy sul modello Usa: un documento di strategia di sicurezza nazionale" a cui "ci sta lavorando il ministro Trenta, dietro la guida di palazzo Chigi".

"Ormai - sottolinea il leader M5s- la minaccia è cambiata. E' più mutevole, ibrida, di fronte alla quale non possiamo continuare a ragionare individualmente, bisogna procedere in modo interconnesso tra Difesa, Viminale, Mit e altri ministeri, con Palazzo Chigi e il coordinamento del Dis, il dipartimento dei servizi segreti. Questo ci permetterà anche di far fronte alla nuova minaccia cibernetica e mettere al sicuro le nostre infrastrutture strategiche".

Così facendo, assicura infine Di Maio, a suo giudizio non si configura uno sconfinamento nelle competenze di Viminale e Salvini. "Io - ricorda e rivendica - sono anche vicepresidente del Consiglio e leader della forza politica che ha più eletti in Parlamento, è naturale che mi occupi di temi che non riguardano solo i miei ministeri. Conta il fine, non il nome. Dobbiamo aiutare i cittadini e sono sicuro che la Lega la vede allo stesso modo. Conoscendo Salvini immagino sia felice di ricevere proposte concrete e ambiziose".