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Bologna, si difende il presunto spacciatore accusato da Salvini: "Non è vero niente, io vado a scuola"

Il giovane, un 17enne di origini tunisine, ammette di aver "agito male in passato, ma adesso sono un ragazzo normale". Tunisia: "Atteggiamento razzista" e Salvini: "La lotta alla droga dovrebbe unire"

Si difende e annuncia querele il tunisino a cui Matteo Salvini, al quartiere Pilastro di Bologna, ha chiesto se la sua famiglia spacciasse droga. Si tratta di un 17enne, che quando il leader della Lega ha citofonato a casa sua non c'era e che adesso vuole portare in tribunale la donna che ha accusato la sua famiglia davanti all'ex ministro, indicandogli la casa. 

"I miei erano sconvolti" - Il giovane, contattato da Fanpage, ammette di aver spacciato in passato e racconta: "Sono pieno di precedenti, in passato ho fatto di tutto e di più, ma adesso vado a scuola, sono un ragazzo normalissimo, non mi manca niente". Dice che i suoi genitori sono rimasti sconvolti da quell'improvvisata e racconta: "Mia madre ha 67 anni, mio padre lavora tanto. Ci è rimasto malissimo. Anche mio fratello non fa queste cose, lui gioca a calcio". 

 

Spiega poi che spesso incontra la signora che ha portato Salvini a casa sua quando esce con il suo cane. "A volte ci incrociamo", dice. "E adesso presenterò denuncia contro di lei". 

 

Tunisia: "Atteggiamento razzista" - La vicenda ha suscitato lo sdegno del vicepresidente del Parlamento di Tunisi Osama Sghaier, che a Radio Capital ha definito quello di Salvini "un atteggiamento razzista e vergognoso che mina i rapporti tra i due Paesi".

 

Bonaccini: "Da Salvini scadimento del livello di civiltà" Indignato anche il candidato del Pd alle Regionali in Emilia-Romagna. "È davvero uno scadimento del livello di civiltà - ha commentato Stefano Bonaccini - anche perché non credo competa a un ex ministro dell'Interno suonare a un citofono di chicchessia per verificare, devono essere altri, che hanno la competenza e la responsabilità di poterlo fare".

 

Minniti: "Ricorda i totalitarismi, le soffiate dei vicini" La citofonata di Salvini "è un episodio molto grave, un momento triste per la democrazia italiana e spero che in Italia qualcuno lo comprenda fino in fondo". Lo ha detto l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti (Pd). "In quei pochi secondi vengono messi in discussione due capisaldi della democrazia: il principio di garanzia, cioè che un cittadino deve poter tutelare la propria innocenza e la propria vita. 'Mi hanno detto nel quartiere' (una frase di Salvini al citofono, ndr) mi ricorda i totalitarismi di destra e di sinistra, le soffiate dei vicini, poi il Tribunale del popolo (comunista) e le Ss passavano; la seconda cosa è la separazione dei poteri - ha proseguito il deputato dem -, Salvini è un senatore, non ha il potere giudiziario. E poi non può fare mai una cosa del genere un ex ministro dell'Interno, meno che meno scortato da poliziotti".

 

Salvini: "La lotta alla droga dovrebbe unire" - Non si è fatta attendere la replica del leader leghista, che ha risposto: "Il vicepresidente mi accusa di razzismo? Io ho raccolto il grido di dolore di una mamma coraggio che ha perso il figlio per la droga. Un atto di riconoscenza che dovremmo fare tutti: la lotta agli spacciatori dovrebbe unire e non dividere. Tolleranza zero contro droga e spacciatori di morte: per noi è una priorità. In Emilia Romagna e in tutta Italia ci sono immgirati per bene, che si sono integrati e che rispettano le leggi. Ma chi spaccia è un problema per tutti: che sia straniero o italiano, non fa nessuna differenza". 


"Ho disturbato la piazza dello spaccio" "Ho avuto l'onore di incontrare una madre coraggiosa che si batte con una motivazione in più, perché ha perso un figlio di overdose: e su di lei la politica si divide, qualcuno arriva a fare polemica su di lei, ma noi siamo andati a disturbare la piazza dello spaccio", ha ribadito Salvini.

 

Danni all'auto della donna che ha accompagnato Salvini Intanto, nella notte, è stata danneggiata l'auto della residente che ha accompagnato Salvini a fare un giro al Pilastro, in periferia a Bologna, indicandogli il citofono al quale poi il leader della Lega ha suonato. La famiglia ha scoperto il parabrezza danneggiato e i vetri laterali della vettura in frantumi e ha presentato subito denuncia ai carabinieri. I militari hanno avviato le indagini, al momento contro ignoti, per danneggiamento aggravato.

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