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Spazzacorrotti, la maggioranza si spacca sul rinvio delle norme per le fondazioni

Marattin (Italia Viva): "Clamoroso errore fatto nottetempo col voto favorevole di M5s, Pd e Leu". E Renzi rincara: "Di giorno sui social fanno i moralisti, di notte in commissione salvano le loro fondazioni".

Spazzacorrotti, la maggioranza si spacca sul rinvio delle norme per le fondazioni - foto 1

"La decisione di rinviare l'applicazione della 'spazzacorrotti' per equiparare le regole di trasparenza tra partiti e fondazioni è un clamoroso errore che la commissione ha fatto nottetempo col voto favorevole di M5S, Pd e Leu e il voto contrario di Italia Viva".

Lo scrive su Twitter il deputato di Iv Luigi Marattin. E Renzi rincara: "Di giorno sui social fanno i moralisti, di notte in commissione salvano le LORO fondazioni".

"Questa notte in Commissione alla Camera gli stessi che ci hanno fatto la morale sulla fondazione Open, che ha tutti i dati trasparenti e pubblica i bilanci, hanno votato per rinviare l`equiparazione tra fondazioni e partiti prevista dalla spazzacorrotti", ha aggiunto Renzi.

 

L'emendamento al decreto fiscale, approvato dalla maggioranza con il voto contrario di Italia viva, porta la firma del deputato del Pd Claudio Mancini. La norma ha l'effetto di rinviare al 2021 l'entrata in vigore della equiparazione delle fondazioni, associazioni e comitati politici ai partiti.

 

Il ddl anticorruzione, cosiddetto "spazzacorrotti", ha previsto obbligo di totale trasparenza per le donazioni ricevute dai partiti e ha esteso le stesse norme anche alle fondazioni collegate ai partiti o che destinino più di 5.000 euro l'anno a finanziare attività politiche. Con le nuove norme si potranno dare contributi, prestazioni gratuite o altre forme di sostegno alle fondazioni solo acconsentendo alla pubblicità dei relativi dati, conservati in apposito registro.

 

Di Maio: "Porcheria, si torni indietro" Sul rinvio della norma sulle fondazioni è stata fatta una "porcheria che va tolta". Così il leader del M5s, Luigi Di Maio, ha bocciato la decisione arrivata anche con il sì dei pentastellati. "Il decreto torni subito in commissione", ha chiesto Di Maio.

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