Eugenia Roccella dopo il Salone del Libro: "Giusto contestare, ma lì c'era solo l'intento di non farmi parlare"
L'intervista a "Quarta Repubblica": "Ero lì per presentare il mio libro, non in veste di ministra"
A "Quarta Repubblica" Eugenia Roccella torna sulla contestazione ricevuta al Salone del Libro di Torino da attivisti del movimento ambientalista Extiction Rebellion e del collettivo femminista Non Una di meno. La protesta contro il ministro della Famiglia, della Natalità e delle Pari opportunità è avvenuta all'Arena Piemonte, dove Roccella presentava il suo libro "Una famiglia radicale": "Credo che la contestazione sia legittima finché non diventa un'impossibilità di chi è sul palco di parlare, nel mio caso di presentare un libro. Non ero lì come ministra ma come scrittrice e autrice di un libro sulla mia famiglia radicale".
"Ho pensato semplicemente di invitarli sul palco a parlare e dialogare con me, lasciando perdere sostanzialmente la presentazione del libro, ma questo non è stato possibile perché l'intento da parte loro era quello di impedirmi di parlare, - ha commentato la ministra Eugenia Roccella - sono stata anche io attivista radicale ma le nostre erano contestazioni pacifiche e non violente, mai abbiamo pensato di togliere la parola a qualcuno. C'è stata aggressività e violenza nelle persone lì presenti, abbiamo fatto di tutto per stemperare".
E sulle critiche ricevute fuori dal Salone da Saviano e da Elly Schlein, la ministra conclude: "C'è stato un rovesciamento visibile della verità dei fatti, basta vedere i filmati per capire che abbiamo cercato di dialogare con chi dissentiva. Togliere la parola è un atto violento e antidemocratico, intollerabile e inaccettabile al Salone del Libro. Mi aspettavo il giorno dopo un sostegno unanime invece la situazione è diversa, ringrazio chi mi ha dato solidarietà. Sono stupefatta dal tentativo di rovesciare i fatti quando è stato esattamente il contrario".
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