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Riforme, ok della commissione Affari costituzionali al taglio dei parlamentari

Martedì 7 ottobre il voto finale, ma Pd e Leu chiedono contestuali riforme per garantire una corretta rappresentatività

Riforme, ok della commissione Affari costituzionali al taglio dei parlamentari - foto 1
lapresse

La commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato la riforma per il taglio dei parlamentari.

Hanno votato a favore i partiti della maggioranza e contro Forza Italia e +Europa. Assenti i deputati di Lega e Fratelli d'Italia. E' stato inoltre votato il mandato al nuovo relatore Giuseppe Brescia, che è presidente della commissione. Il testo è atteso in Aula il 7 ottobre.

Pd, Italia Viva e Leu chiedono "un segnale" al M5S e al Governo perché "contestualmente" al disegno di legge costituzionale sul taglio dei parlamentari partano i lavori e la "procedurizzazione" delle garanzie contenute del programma di governo. "Chiediamo che prima del voto definitivo di martedì 7 sia rispettato il programma - ha detto Federico Fornaro, di Leu -.  La maggioranza si esprima sul contesto, ovvero avvii contestualmente il percorso di modifica ai regolamenti parlamentari e un pacchetto di modifiche costituzionali che garantiscano la rappresentanza territoriale e il pluralismo".

 

Lettera a Fico e Casellati per chiedere riforme regolamenti - Un accordo di maggioranza sulle ulteriori riforme costituzionali e sulle modifiche dei regolamenti di Camera e Senato necessarie per garantire la rappresentanza territoriale che il taglio del numero dei parlamentari caro a M5s distorce. E' la richiesta con cui Pd e Leu hanno accompagnato in commissione Affari costituzionali di Montecitorio il proprio voto favorevole - nei passaggi precedenti avevano sempre votato contro - alla legge costituzionale che riduce a 200 i senatori e a 400 i deputati.

 

"Abbiamo coronato questo voto del Pd - ha spiegato il dem Emanuele Fiano al termine dei lavori della Commissione - con considerazioni che fanno parte dell'accordo di governo. Chiediamo significative modiche dei regolamenti delle Camere oltre che integrazioni Costituzionali per correggere alcuni effetti che il taglio dei parlamentari porta come conseguenza sia sull`efficacia della rappresentanza politica e territoriale sia nel funzionamento delle camere. Abbiamo chiesto di scrivere ai presidenti delle Camere per avviare una sessione straordinaria di lavoro nelle giunte per il regolamento affinchè si affronti celermente la questione".


Quanto alle ulteriori modifiche costituzionali, potrebbero essere introdotte, secondo il Pd e Leu, nella riforma dell'elettorato attivo all'esame del Senato. I punti della Carta che vanno cambiati li spiega il dem Stefano Ceccanti: "Deve cambiare la platea degli elettori del presidente della Repubblica. Diminuendo il numero dei parlamentari deve diminuire anche quello dei delegati regionali; va superata la base regionale con cui è eletto il Senato; va stabilita la presenza dei presidenti di regione in Senato con diritto di voto quando si votano leggi sull'autonomia differenziata; inoltre va valutata la possibilità di convocare il Parlamento in seduta comune per dare la fiducia iniziale al governo e per votare (anche qui una novità assoluta, ndr) la sfiducia costruttiva".


Il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5s), ha "rassicurato rispetto a tutte queste richieste. Le abbiamo accolte in una sede istituzionale. Invierò una richiesta a Fico per avviare un lavoro in giunta e contestualmente credo vada fatto anche al Senato". Brescia ha quindi spiegato che durante la seduta di oggi il Pd ha contestato la figura di Igor Iezzi (Lega) come relatore insieme alla pentastellata Anna Macina e ha deciso dunque di avocare a sè il compito di riferire in aula sul taglio degli eletti. "Non c`è alcuna chiarezza su quali siano i rimedi ai problemi di rappresentativita' territoriale che anche il Pd riconosce. M5s continua a sbandierare un taglio dei costi tutto da verificare. Questa legge e' una becera concessione all`antiparlamentarismo", ha detto Riccardo Magi, deputato di +Europa, che ha votato contro insieme a Fi.