FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Rider, Di Maio: "Pronta la norma, vietato il lavoro a cottimo"

"Lʼobiettivo è di inserirla nel decreto crescita. Prima di approvarla abbiamo cercato le strade della concertazione, ma le divergenze si sono rivelate incolmabili"

"La norma sui rider è pronta".

Lo assicura Luigi Di Maio in un post su Facebook spiegando che "sarà inserita nella legge sul salario minimo, in discussione in questi giorni al Senato. Se potremo, proveremo a farla diventare legge anche prima, inserendola nella fase di conversione del decreto crescita, ma su questo servirà l'ok dei presidenti delle Camere." Il vicepremier precisa inoltre: "L'obiettivo è sostenere lavoratori senza tutele minime".

"Vogliamo difendere quei lavoratori - aggiunge il vicepremier - il cui stipendio dipende da un algoritmo". E precisa: "Ci avevamo già provato nel decreto sul reddito di cittadinanza, ma la norma era stata esclusa per estraneità di materia. Inoltre un disegno di legge ad hoc richiederebbe troppo tempo. Purtroppo la norma riders non è stata varata subito, perché prima di approvarla abbiamo voluto provare in tutti i modi la strada della concertazione: siamo riusciti a far sedere attorno a un tavolo le aziende di food delivery, le associazioni dei rider e le parti sociali, ma alcune divergenze incolmabili non ci hanno permesso di approdare alla sottoscrizione di un accordo".

Gig economy, vietato il lavoro a cottimo - Di Maio è certo che "la strada che rivoluziona il mondo della gig economy sia ormai stata tracciata. I lavoratori del terzo millenio avranno finalmente più diritti e tutele tra cui: copertura Inail per gli infortuni; migliore contribuzione Inps che supera la gestione separata; divieto di retribuzione a cottimo".

"Potevamo fare prima forse, era anche il nostro obiettivo, ma una norma molto specifica e innovativa va approntata con attenzione. Quindi sebbene non andato a buon fine, il tavolo di concertazione era doveroso per provare a mediare tra le parti in campo. Prima delle leggi, un Ministro deve sempre provare a far dialogare gli attori in campo".