DIREZIONE DEL PD

Renzi: "Sognavo legge elettorale diversa ma non avevamo i numeri"

Si è conclusa la Direzione del Partito democratico con la replica del segretario.

31 Mag 2017 - 13:13
 © ansa

© ansa

Nella relazione finale alla Direzione del Pd, il segretario Matteo Renzi ha sottolineato di aver "continuato a sognare un modello diverso, maggioritario. Ma il Mattarellum corretto, il Rosatellum, non poteva essere approvato perché mancavano i numeri". Renzi ha comunque promesso che non sarà una campagna elettorale "sulle alleanze del dopo". La mozione del segretario è stata approvata anche se in 33 si sono astenuti.

Matteo Renzi chiama la direzione del Pd a ratificare il patto a tre con Fi e M5S sul sistema tedesco per "chiudere la riforma elettorale entro il 7 luglio". E la proposta del segretario ottiene il via libera in serata, con 33 astenuti tra i quali gli orlandiani. Un'accelerazione che sembra portare verso un anticipo delle elezioni tra settembre e ottobre perché, chiarisce il leader dem, "io non sono impaziente, il voto però non è una minaccia ma democrazia".

Alla Direzione c'era anche il premier Paolo Gentiloni per testimoniare fisicamente che seguirà le scelte del suo partito. Ma nel governo ci sono anche molti ministri contrari, da Angelino Alfano ad Andrea Orlando, sono contrari. Ed il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan non nasconde le sue preoccupazioni sulla manovra da scrivere "sotto ciclo elettorale". Intanto perà il Pd dopo l'ok del M5s ha incassato anche quello di Forza Italia sui pilastri della legge: soglia al 5 per cento, nessun premio di governabilità e nomi dei candidati sulla scheda. Per Renzi "la soglia al 5% è un elemento inamovibile del sistema tedesco e l'altro elemento cardine è che la scheda deve avere i nomi". No ai "veti" dei piccoli partiti, è la linea del Pd e anche di Silvio Berlusconi che smentisce retroscena su una sua contrarietà alla soglia al 5. "Fosse per me la porterei all'8%", rincara il Cavaliere.

Porta sbattuta in faccia ad Angelino Alfano per il quale "l'impazienza del Pd di portare l'Italia al voto tre o quattro mesi prima in piena legge di stabilità costerà" miliardi all'Italia. Ma il leader di Ap non si perde d'animo e annuncia il suo progetto di aggregare "una coalizione liberale popolare che supererà la soglia". Per altri motivi e su un altro fronte, c'e' il ministro e leader della minoranza Pd Andrea Orlando. "Puntare ad elezioni in autunno rischiando l'esercizio provvisorio di bilancio significherebbe assumersi la responsabilita' di un salto nel buio", protestano 31 senatori legati al Guardasigilli. Il dubbio, chiede Orlando in direzione, è "se questo sistema garantirà stabilità". 

Mentre il Colle è attento a non fare valutazioni prima dell'approvazione della riforma elettorale, Gentiloni non ha intenzione di mutare la sua azione di governo finché sarà chiamato a reggere il paese. "Ribadisco che il governo - sostiene il premier che martedì ha incontrato il primo ministro canadese Justin Trudeau - si augura un'intesa sulla legge elettorale, ma che non abbiamo un ruolo da protagonisti. Confermo che il governo è nella pienezza dei suoi poteri e ha degli impegni che intende mantenere".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri