Il segretario del Pd si dice favorevole al taglio dei parlamentari per poi "superare il bicameralismo". Ma, sostiene, l'eventuale vittoria del "No" non farebbe cadere il governo
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Al referendum sul taglio dei parlamentari, il segretario del Pd, Nicola Zingaretti "propone il 'Sì'" parlando alla direzione del partito. Al tempo stesso, però, respinge "le motivazioni banali che il taglio del numero dei parlamentari farebbe risparmiare soldi allo Stato": i risparmi sarebbero infatti "minimi" e "non costituiscono il motivo principale del 'Sì'", che sta invece "nel fatto che a questo atto possono seguire altre riforme".
Progetto di riforme - Il segretario del Pd, dunque, dice "Sì" al referemdum per poi proporre un percorso di riforme più ampio: "Il Pd è sempre stato per il taglio dei parlamentari, il problema è respingere la propaganda anti-politica e accompagnare il "Sì" al referendum all'avvio di un percorso riformatore. Abbiamo spinto in tutti i modi in questi mesi perché il "Sì" camminasse insieme ad un processo riformatore più ampio ed equilibrato", afferma. Il segretario Pd cita poi la calendarizzazione del voto sul testo base della riforma elettorale, alla Camera, e della riforma Fornaro. "Il processo riformatore anche grazie alla nostra iniziativa comunque si è messo in moto", aggiunge.
Superare il bicameralismo - Secondo Zingaretti il Pd dopo il taglio dei parlamentari proporrà il superamento del bicameralismo perfetto per l'introduzione di un bicameralismo differenziato. Zingaretti ha fatto sua la proposta di Violante di una raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare per il bicameralismo. differenziato.
Nessun effetto sulla tenuta del governo - In ogni caso l'esito referendario non ricadrà sulla tenuta dell'esecutivo Pd-M5s. Una vittoria dei no al referendum costituzionale creerebbe senz'altro "problemi" alla maggioranza ma "non sono affatto convinto che cadrebbe il governo", dice Zingaretti.