Dopo la bufera politica

Polemica sulle "gite ad Auschwitz": Roccella chiama Segre

Il ministro della Famiglia e la senatrice a vita si sono sentite al telefono lunedì pomeriggio

14 Ott 2025 - 12:40
 © Tgcom24

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Il ministro della Famiglia Eugenia Roccella e la senatrice a vita Liliana Segre si sono sentite al telefono lunedì pomeriggio. È stata Roccella a chiamare Segre dopo le polemiche scaturite a seguito delle sue dichiarazioni sulle "gite ad Auschwitz".

La polemica

 Roccella aveva annunciato di voler chiamare Segre dopo la polemica suscitata dalle sue dichiarazioni su Auschwitz. "Le gite ad Auschwitz, secondo me, sono state un modo per ripetere che l'antisemitismo era una questione fascista e basta, mentre il problema oggi è fare i conti con il nostro antisemitismo, fare i conti con il nostro passato senza illuderci che tutto si è affinato in un'epoca storica e in un'area politica", aveva, infatti, dichiarato il ministro al convegno dell'Ucei a Roma. Parole che avevano scaturito dure repliche, tra cui, appunto, quella della senatrice a vita, che dopo aver affermato di "stentare a credere" alle parole di Roccella, aveva ricordato come siano state "le potenze dell'Asse, i nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali, compresi quelli italiani" a realizzare "una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze", ribadendo infine che "la memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi".

Era poi arrivata la contro-replica del ministro, la quale aveva dichiarato che i viaggi ad Auschwitz "sono ovviamente uno strumento fondamentale per trasmettere alle giovani generazioni la memoria dell'orrore che ha segnato il Novecento", ma aveva anche accusato "una sinistra ipocrita" di voler "rimuovere l'antisemitismo di oggi". Poi, in una nota, aveva puntualizzato: "Delle mie chiarissime parole di oggi contro l'antisemitismo è stata data un'interpretazione distorta da chi è animato da cattiva coscienza e ha l'interesse a strumentalizzare per nascondere l'odio anti-ebraico che dal 7 ottobre ribolle senza freni a sinistra, o da chi non ha ascoltato direttamente il discorso. Immaginare che una persona come me, da sempre amica di Israele e degli ebrei, possa presentarsi di fronte all'Unione delle comunità ebraiche per pronunciare parole negazioniste è ridicolo prima ancora che strumentale. Del resto, la platea che mi ascoltava ha perfettamente compreso il senso del mio discorso. In ogni caso, molto volentieri andrò in audizione sull'antisemitismo di ieri e sull'antisemitismo di oggi in Commissione Segre, dove ogni dubbio potrà essere chiarito, innanzitutto di fronte alla senatrice Segre, certamente in buona fede e alla quale telefonerò direttamente, e anche di fronte a chi di buona fede dal 7 ottobre in poi ne ha dimostrata davvero poca".

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