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Migranti, vertice ministri dell'Interno Ue: Italia contro Francia e Germania sui porti di sbarco

Salvini ribadisce il "no" al principio del porto più vicino per lʼapprodo degli immigrati. Un documento italo-maltese citato dallʼAnsa chiede la "redistribuzione obbligatoria" e un "sistema di ingresso legale"

Migranti, vertice ministri dell'Interno Ue: Italia contro Francia e Germania sui porti di sbarco - foto 1
lapresse

E' scontro tra l'Italia da un lato e la Francia e la Germania dall'altro sui porti di sbarco dei migranti.

Al vertice tra ministri dell'Interno organizzato a Helsinki, Matteo Salvini ha ribadito il suo "no" al principio del porto più vicino per l'approdo degli immigrati, appoggiato dal governo maltese. Parigi e Berlino insistono invece per far approvare un documento sugli arrivi che vincoli in tal senso i Paesi che affacciano sul Mediterraneo.

Il confronto Italia-Francia-Germania - "Mattinata di lavoro. Abbiamo discusso di contrasto a traffico e attività illegali e rispetto delle leggi e della sovranità nazionale". E' stato il commento del titolare del Viminale, Matteo Salvini, dopo il faccia a faccia con gli omologhi Christophe Castaner (Francia), Horst Seehofer (Germania) e Michael Farrugia (Malta) in occasione del Consiglio informale dei ministri dell'Interno dell'Ue, in corso al Finlandia Hall di Helsinki. "Da più ministri di più Paesi - aggiunge - è stata apprezzata la politica italiana di difesa dei confini che ha prodotto una drastica riduzione degli arrivi in Europa e dei morti nel Mediterraneo, alla faccia della sinistra".

Stretta su Ong e più espulsioni - La posizione tenuta da Salvini è stata quella di una stretta sulle Ong e incremento delle espulsioni, soprattutto verso quei paesi ritenuti "sicuri". Il ministro dell'Interno ha ripetuto ad Helsinki nel corso del minivertice con Germania, Francia e Malta prima della riunione dei ministri dell'Interno e della Giustizia dell'Ue.

Salvini ricorda il caso Sea Watch - Il titolare del Viminale, secondo quanto riferiscono fonti presenti all'incontro, ha ribadito che le Ong non possono sostituirsi agli Stati, ricordando quanto avvenuto con la Sea Watch 3 a Lampedusa "che ha violato le leggi italiane e ha speronato una motovedetta". Un altro punto è il rafforzamento dell'impegno per prevenire partenze e, soprattutto, l'incremento di espulsioni con una lista di Paesi sicuri che prevedano "riammissioni automatiche": "un conto sono gli arrivi da zone di guerra e un conto quelli da Tunisia o Albania".

Ansa: da Italia e Malta un documento per dire stop allo sfruttamento delle regole Sar - "Le regole della ricerca e soccorso in mare (Sar) non devono più essere sfruttate": è quanto scritto, secondo l'Ansa, in un documento ufficioso che i ministri dell'Interno di Italia e Malta hanno preparato per la riunione di Helsinki. Si tratterebbe di un documento riservato dal titolo "Nuovi scenari, nuove regole per un quadro legale sulla migrazione illegale via mare e per una riforma delle strategie dell'asilo". 

La revisione delle regole - Sempre secondo le fonti Ansa, nel documento ufficioso e riservato ci sarebbe scritto che "le dinamiche attuali della migrazione richiedono una complessiva revisione delle regole e delle strategie che riguardano l'immigrazione irregolare via mare". Inoltre "la gestione delle richieste d'asilo deve anche includere il rimpatrio delle persone la cui richiesta di protezione internazionale è stata respinta", si legge.

"I rimpatri siano condivisi" - E di fronte alle domande di asilo respinte, i rimpatri devono essere condivisi equamente tra tutti gli Stati membri o, altrimenti, gestiti direttamente dall'Unione europea, ad esempio attraverso la neo-potenziata Agenzia Frontex", prosegue il documento. "Non possiamo più accettare quelle proposte che continuano ad assegnare ai primi Stati di ingresso, non solo l'onere di ricevere coloro che hanno diritto all'asilo, ma anche il ritorno di coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale. Una forma concreta di responsabilità condivisa deve essere cercata proprio su quest'ultimo punto", aggiunge.

"Redistribuzione obbligatoria" - Infine, il documento sostiene che "per risolvere i conflitti a livello Ue in termini di solidarietà e ridistribuzione", "si immagina un sistema che, in linea con le aspettative degli Stati Ue più esposti, preveda misure di ridistribuzione obbligatorie". Sulla migrazione serve comunque "pensare un sistema che fornisca canali di ingresso sicuri e legali", un sistema "strutturato che risponderebbe alle esigenze delle persone bisognose di protezione internazionale".