Secondo il premier Israele deve uscire dalla "trappola della guerra" dopo la reazione "legittima" alla strage del 7 ottobre ma che ora è "sproporzionata". "Mosca ha ferito il diritto internazionale"
È un intervento a tutto campo quello di Giorgia Meloni alle Nazioni Unite. Il premier tocca i principali temi di attualità internazionale, partendo dai conflitti in corso finendo per chiedere una profonda riforma dell'Onu stessa. Secondo Meloni Israele ha superato il principio di proporzionalità nella reazione al 7 ottobre e ora deve uscire dalla "trappola della guerra". Mosca invece ha "inferto una profonda ferita al diritto internazionale"
Il premier non può non partire dal caos mediorientale. La "ferocia e la brutalità dell'attacco sferrato da Hamas il 7 ottobre 2023, con la caccia ai civili inermi - dice - hanno spinto Israele a una reazione, in principio, legittima. La reazione però deve rispettare il principio di proporzionalità e Israele ha superato quel limite. Su questo limite ha finito con l'infrangere norme umanitarie causando una strage tra civili. Una scelta che l'Italia ha definito inaccettabile e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dall'Ue nei confronti di Israele".
Guardando in avanti il premier a New York sostiene che Israele "debba uscire dalla "trappola" della guerra nella Striscia di Gaza. Lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte". E ancora: "Riteniamo che Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati."
Secondo il presidente del Consiglio "la Russia ha deliberatamente calpestato l'art 2 della carta dell'Onu e ancora oggi non si mostra disponibile a sedere al tavolo della pace con effetti destabilizzanti". Per Meloni Mosca ha inferto una ferita profonda al diritto internazionale.
In vista degli scenari futuri l'Onu deve cambiare e prepararsi sempre a nuove sfide. "L'architettura delle Nazioni Unite - si domanda Meloni - che abbiamo costruito 80 anni fa, è all'altezza delle sfide che la nostra epoca ci impone oggi? Non lo è. E multilateralismo, dialogo e diplomazia, senza istituzioni che funzionano come dovrebbero sono solo parole vuote. Dobbiamo riconoscere i nostri limiti. Dobbiamo riconoscere che è necessaria, e urgente, una riforma profonda delle Nazioni Unite. Una riforma non ideologica, ma pragmatica, realista. Che rispetti la sovranità delle Nazioni e apra a soluzioni condivise".
Nel suo intervento all'Onu Meloni ha dichiarato che "abbiamo bisogno di un'istituzione agile, efficiente, in grado di rispondere velocemente alle crisi. Trasparente nella missione, trasparente nei costi. Capace di ridurre al minimo la burocrazia, gli sprechi, le duplicazioni. Il Palazzo di Vetro deve essere anche una Casa di Vetro".
"La scelta che abbiamo - per il premier - è semplice: lasciare tutto così com'è, e rifugiarci in ciò che è semplice, o dimostrare ai nostri cittadini che non sprecheremo l'occasione storica di costruire un mondo più giusto e più sicuro. Perché, come ha detto San Francesco, il più italiano dei Santi, che ha dato il nome alla città dove questa organizzazione è nata, "i combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare". Credo sia arrivato il tempo di dimostrare quel coraggio".
"Ci sono voluti secoli per costruire i nostri sistemi - chiosa il premier - ma bastano pochi decenni per ritrovarsi nel deserto industriale. Solo che come ho detto molte volte nel deserto non c'è nulla di verde".