Il premier spiega la sua scelta sui referendum: "Vado ai seggi per rispetto ma l'astensione è un diritto. Sono contrarissima a dimezzare i tempi per la cittadinanza". E sull'Europa: "Non siamo la ruota di scorta di nessuno"
"Che si tenti di osteggiare il governo mi sembra la cosa più naturale del mondo; che ci si riesca mi pare difficile. C'è una maggioranza compatta che lavora bene". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ospite della seconda edizione de "Il giorno de La Verità" a Palazzo Brancaccio a Roma. "La compattezza della maggioranza - ha sottolineato il premier - si vede dalla quantità di risposte che è in grado di produrre al di là delle letture, mi pare che di risposte questo governo ne abbia date molte. Lavoro perché questa legislatura arrivi alla fine con questo governo, è la sfida più grande". Sul decreto Sicurezza ha affermato: "L'accusa di alcuni giornalisti di sinistra contro il dl: 'questo governo vuole criminalizzare chi delinque'. Confermo".
Meloni ha inoltre rivendicato il peso del nostro Paese nella compagine europea dicendo: "Dopo la caduta dell'ultimo governo di centrodestra si è tentato di far passare il messaggio che l'unico ruolo possibile per l'Italia fosse di junior partner di Francia e Germania. Io sono un tantino più ambiziosa. L'Italia deve ricordarsi che è una grande nazione, una potenza economica, fondatrice di Ue e Nato, la cui centralità e peso sono riconosciuti all'estero se noi siamo consapevoli del nostro peso. E' importante andare d'accordo, avere buone relazioni con Francia e Germania. Ma l'Italia deve rivendicare una cooperazione fra pari e la sua autonomia come fanno tutti gli altri. Il ruolo dell'Italia non è di ruota di scorta di Francia e Germania".
Tornando ancora sulla politica interna, ha spiegato: "Contiamo su un risultato positivo alle prossime regionali, si vota per cinque Regioni, se dovessimo calcolare questo come un metro oggettivo di dove è la maggioranza degli italiani mi corre l'obbligo di ricordare che, da inizio legislatura, attualmente siamo 11 a tre. Faremo del nostro meglio con la nostra compattezza e la nostra dedizione per presentare delle candidature di persone e credibili autorevoli e vincenti ma non è un elemento dirimente per la tenuta della legislatura".
Meloni è poi intervenuta sul tema del referendum sulla cittadinanza e ha affermato: "Sono contrarissima a dimezzare i tempi della cittadinanza. La legge sulla cittadinanza in Italia è ottima, tra l'altro molto aperta. Noi siamo da svariato tempo tra le nazioni europee che ogni anno concedono il maggior numero di cittadinanze. Cosa diversa è accelerare l'iter burocratico una volta che si ha il diritto per accedere alla cittadinanza: è una cosa che ci interessa e ci lavoriamo. Ma non contribuirò con il referendum a portare a cinque anni i termini per concedere la cittadinanza alle persone straniere in Italia".
Ha inoltre spiegato così la sua scelta sui referendum: "Perché ho deciso di dire che andrò al seggio ma non ritirerò la scheda? Banalmente ho detto che andrò al seggio perché sono un presidente del Consiglio e penso sia giusto dare un segnale di rispetto nei confronti delle urne e dell'istituto referendario. Poi non condivido i contenuti dei referendum e, come sempre nella storia della nazione, quando non si condividono c'è anche l'opzione dell'astensione. Perché, come ci insegna un partito serio in Italia, non votare al referendum è un mio diritto, è un diritto di tutti, dei lavoratori e non".
Sul nodo Gaza, ha detto che "ha assunto contorni inaccettabili la risposta di Israele, che deve fermarsi immediatamente, tutelando la popolazione civile".