Nel giorno del dolore per la scomparsa del leader radicale, monta anche la polemica politica per il riconoscimento più alto che il pioniere dei diritti civili non ha mai ricevuto
Nel mondo della politica colpito dal lutto per la morte di Marco Pannella, monta la polemica per la mancata nomina a senatore a vita del leader radicale. Uno dei più importanti riconoscimenti previsti dalla Costituzione per i cittadini italiani che si sono distinti per aver "illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario", secondo l'articolo 59, non è mai stato concesso al pioniere dei diritti civili. Lo ha ricordato un commosso Fabrizio Cicchitto (Ap), che di Pannella è stato anche compagno di università. Si uniscono al coro, tra gli altri, la senatrice Anna Maria Bernini, vicepresidente vicario di Forza Italia a Palazzo Madama, e il popolo di Radio Radicale.
Cicchitto: mi chiedo perché non fu mai nominato senatore a vita - "Credo che esistano pochi dubbi che con la morte di Pannella la nostra vita politica sarà tutta più piatta e più prevedibile", ha affermato Cicchitto (Ap) alle tv della Camera. "Con Pannella sono state più le volte in cui ho litigato che quelle in cui mi sono trovato d'accordo, però d'accordo sono stato in alcuni momenti irripetibili come la battaglia per il referendum sul divorzio. Mi domando ancora perché nessuno dei Presidenti della Repubblica ha trovato il modo di nominarlo senatore a vita", ha poi aggiunto.
Bernini (Fi): persa opportunità e orgoglio di avere in lui un gigantesco senatore a vita - "Non sta a me - dichiara in una nota la senatrice Anna Maria Bernini, vice presidente vicario di Forza Italia a Palazzo Madama - descrivere doti e gesta di Pannella; è tutto patrimonio comune di tutti, come la sua voce registrata e custodita negli archivi di Radio Radicale, magari in quei favolosi scintillanti corpo a corpo dialettici con Massimo Bordin". "Sapevamo - conclude - che prima o poi sarebbe finito anche l'happening straordinario con cui Marco ha voluto congedarsi dal mondo. Ma ora che è successo l'effetto è orribile e la solitudine oscena. Forse Marco si sarebbe divertito alle nostre parole di condolenza ed avrebbe accettato con radicale tolleranza anche quelle meno sincere. Quello di cui dovremmo davvero condolerci, è di non esserci concessi l'opportunità e l'orgoglio di avere in lui un gigantesco senatore a vita".
Corbelli: rammarica mancata nomina senatore a vita - "Sono rammaricato e indignato - sottolinea Franco Corbelli del movimento Diritti civili - per la mancata nomina a senatore a vita del leader radicale che Diritti Civili ha chiesto per 20 anni. Oggi ci ha lasciato un grande personaggio della storia del nostro Paese. Una perdita immensa per l'Italia. Se ne è andato senza avere avuto quello strameritato riconoscimento politico, sociale e istituzionale. Purtroppo né il Presidente Mattarella, né i suoi predecessori hanno voluto tributargli questo doveroso riconoscimento. Nonostante si sapeva che era, negli ultimi mesi, molto malato e che non aveva purtroppo molte speranze di vincere anche questa ultima sua, più difficile battaglia contro la brutta malattia che ha saputo affrontare sino all'ultimo con coraggio e dignità".
Alla radio il rimpianto del popolo radicale per quella mancata nomina - Gay, Esperantisti, Antigone: le associazione e il libero popolo radicale esprimono il loro dolore nella più classica delle manifestazione radicali e cioé la diretta "senza rete" ai microfoni della radio. Dolore, cordoglio, condoglianze. Tra le molte dichiarazioni c'è un filo comune: il rimpianto per la mancata nomina di Pannella a senatore a vita. Mario: "Oggi dovrebbero vergognarsi coloro che hanno impedito quella carica". Francesco: "Tanti che oggi parlano sono proprio coloro che hanno scosso la testa quando si è detto di Pannella senatore a vita"