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Manovra, Renzi: "Osservazioni Ue? Vedremo, ma non cambierà nulla"

"Come DʼAlema votano no altri autorevolissimi primi ministri del passato: Berlusconi, Monti, De Mita, Dini... E poi altri ex politici come Fini e Cirino Pomicino"

Il premier Matteo Renzi, prima parlando a Rtl 102.5 e poi ribadendo il suo pensiero sulle osservazioni Ue alla manovra al termine del vertice europeo, spiega che "non cambia assolutamente niente.

Potranno scrivere una lettera per chiedere maggiori spiegazioni, ma la legge di bilancio non si cambia. Questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi dieci anni: vogliamo dare un segnale ai cittadini, non alle tecnocrazie".

Renzi ne ha anche per Berlino: "Non so cosa pensa la Germania del nostro bilancio, posso dire che cosa penso del bilancio della Germania: credo che abbia molti problemi, a cominciare dallo squilibrio del surplus commerciale, e mi auguro che gli amici tedeschi possano procedere al riequilibrio del surplus che è contro ogni regola europea".

Per quanto riguarda la "rottamazione delle cartelle", Renzi ha ribadito che "non c'è nessuno condono nella manovra del governo, e anche con il superamento di Equitalia chi ha preso una multa la deve pagare, non è che non la può pagare. A quelli che dicono che stiamo facendo i condoni e aiutando gli evasori dico che abbiamo fatto il risultato migliore nel fare soldi dalla lotta all'evasione, 14,9 miliardi".

"Si è scelto un nome bello, Equitalia, l'Italia equa, giusta, ma poi si è fatto altro - ha proseguito -. Visco e Tremonti hanno impostato Equitalia in una logica di sanzioni, non di raggiungimento di un obiettivo". Con la manovra "Equitalia viene superata, si sceglie un meccanismo diverso non solo nella forma societaria ma anche nel metodo. Spero che partiremo subito: se ti scordi di pagare la multa, ti arriva un sms, non l'ufficiale giudiziario. Basta con Equitalia come 'killer' dei cittadini. Il fisco deve essere il consulente dei cittadini, che sono i datori di lavoro". Dunque "solo il superamento di un meccanismo che era punitivo per i cittadini. Magari c'è l'imprenditore che prima di pagare l'Iva ha pagato lo stipendio agli operai. Giusto che paghi", ma non con sanzioni che a volte "raddoppiano o triplicano" l'importo.

Renzi ha quindi parlato anche del referendum, spiegando che "non c'è solo la posizione di D'Alema. Ci sono anche altri autorevolissimi primi ministri del passato che sono per il no: Berlusconi, Monti, De Mita, Dini... E poi altri esponenti politici del passato come Fini e Cirino Pomicino. Sarà divertente vedere come proseguirà la campagna referendaria. Ma ricordo che si vota sul quesito che riguarda le riforme, non c'è da dare un giudizio su Renzi, e nemmeno su D'Alema".

Salta la norma sul rientro dei contanti - Salta la flat tax al 35% sull'emersione del contante. Dopo le polemiche degli ultimi giorni, il governo avrebbe deciso di cambiare rotta sulla parte più contestata della voluntary-bis e che qualcuno aveva già ribattezzato norma "salva-Corona". La versione definitiva del decreto fiscale, tornerebbe quindi al rientro dei capitali prima maniera, quello del 2015, che non prevedeva un'aliquota forfait ma il normale calcolo delle somme emerse nella tassazione progressiva per fasce di reddito.

Bruxelles indispettita: in arriva una lettera - C'è uno "zerovirgola" che vale circa 1,6 miliardi alla base del confronto in atto tra Roma e Bruxelles sulla manovra per il 2017. Un decimale che ha indispettito la Commissione non tanto per il suo peso specifico quanto per le modalità e il contesto in cui si è inserito. Si tratta di quel 0,1 di differenza tra il deficit nominale programmato per il prossimo anno (2,2%) - su cui si dice ci fosse già accordo tra Italia e Commissione - e il 2,3% contenuto nel Dbp recapitato a Bruxelles lunedì scorso. Ma è anche la misura della correzione al deficit strutturale (ovvero al netto delle componenti cicliche) di cui la Commissione potrebbe accontentarsi per dare luce verde alla manovra. Per questo nei prossimi giorni potrebbe arrivare da Bruxelles una lettera con la richiesta di chiarimenti, una prospettiva che non pare però preoccupare più di tanto Roma. "Aspettiamo eventuali osservazioni e, se arriveranno, risponderemo a livello tecnico", sottolineano fonti vicine al dossier.