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Consiglio nazionale d'emergenza M5s: Di Maio sotto accusa dei "contiani", ma nessuna espulsione

I vice di Conte: "Di Maio da tempo un corpo estraneo". Il ministro replica: "Si creano tensioni nel governo". Al centro della riunione, durata quattro ore, la linea politica da tenere sull'invio delle armi all'Ucraina

Luigi Di Maio finisce nel mirino del Consiglio nazionale del M5s per aver criticato aspramente il "no" 5 Stelle nuove armi all'Ucraina.

Per ora, però, non si parla di una sua espulsione. La polemica interna al partito era nata con Riccardo Ricciardi, Michele Gubitosa e Alessandra Todde, tutti quanti "vice" di Giuseppe Conte, che hanno convocato la riunione per affrontare la grave spaccatura tra Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri. In attesa del voto in Parlamento, previsto la prossima settimana, sulla risoluzione del governo in merito alla guerra in Ucraina. Conte si è detto "rammaricato" dalle parole di Di Maio.

 

 

Dalla riunione, durata quattro ore, è emerso che il Movimento continuerà nella mediazione con il resto della maggioranza sulla risoluzione unitaria, ribadendo la centralità del Parlamento, ma senza creare problemi. "La linea euroatlantica non è mai stata messa in discussione", riferiscono fonti interne al Consiglio. Conte si è trovato dunque a mediare tra l'ala più dura del M5s, secondo cui il ministro degli Esteri si sarebbe allontanato dalle origini e avrebbe ormai altri progetti, e chi invece spinge per ricomporre la frattura.

 

Di Maio all'attacco: "Io atlantista ed europeista" - Il ministro degli Esteri da parte sua chiarisce: "Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista". 

 

La nota di Di Maio - "Davanti a uno scenario come quello ucraino - ribadisce il ministro proprio in vista del Consiglio M5s - i dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il governo in sede Ue. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all'interno del governo. Un fatto molto grave". 

 

 

La tensione insomma è alle stelle e, anche se i dirigenti pentastellati fanno notare che questa sera "nessuno sarà espulso", la spaccatura diventa sempre più pesante. Ricciardi fa notare che Di Maio è "da tempo un corpo estraneo" e che sta pensando a un "percorso personale" che lo ponte fuori dal Movimento. Gubitosa dice che siamo a un "punto di non ritorno": secondo lui Di Maio ha "pianificato la sua uscita" definendo "fango" le sue esternazioni. "Mi chiedo - commenta - se possiamo ancora considerarlo un ministro in quota M5s". 

 

Sulla bozza di risoluzione per inviare le armi in Ucraina, gli attacchi pentastellati, secondo Di Maio, allontanano l'Italia dalla Nato e dall'Unione europea. Ma Ricciardi replica: "Conte ha sempre rivendicato un forte rispetto della Ue dell'Alleanza. E' un attacco strumentale: è grave che Di Maio utilizzi la sicurezza del Paese per criticarci". 

 

Ancora sul caso Di Maio interviene Alessandra Todde, viceministro dello Sviluppo economico: "Il punto non è il ruolo di Di Maio nel Movimento, ma piuttosto le posizioni che sostiene senza un confronto interno. Trovo gravissimo - spiega a SkyTg24 - dire che la nostra forza politica può costituire un problema per la sicurezza nazionale". 

 

 

Lunedì alle 16 il vertice governo-partiti sulla risoluzione - Sul fronte della risoluzione da votare in Parlamento in merito alle comunicazioni del premier Draghi sulla guerra, prevista intanto per lunedì pomeriggio intorno alle 16, secondo quanto dicono fonti parlamentari, la riunione tra il sottosegretario agli Affari europei Vincenzo Amendola e i rappresentanti dei partiti di maggioranza. 

 

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