Inchiesta Open, Renzi: "Critico i magistrati e arriva un avvertimento" | Lotti: "No bancomat, ma rimborsi spese"

"Quando ho avuto un prestito, l’ho fatto con una scrittura privata e l’ho onorato restituendolo in cinque mesi - ha precisato Renzi -. Guadagno molto bene, non ho niente da nascondere".

"Siamo in presenza di un vulnus per la democrazia" Il leader di Italia Viva, nel suo post, ha precisato: "Sulle indagini dei magistrati, noi aspettiamo i processi. Perché siamo garantisti. Dispiace che si facciano perquisizioni all’alba a chi non c’entra niente, nemmeno indagato. Ma si vada a processo e vedremo come finirà". "Sulla decisione che Open sia un partito politico e non una fondazione invece siamo in presenza di una cosa enorme - ha aggiunto -. Se fondare un partito è decisione della magistratura e non della politica siamo in presenza di un vulnus per la democrazia. In molti addetti ai lavori fanno finta di niente ma questo cambia per sempre il modo di concepire la politica. Io continuerò a dirlo in ogni sede".

Le indagini e il giallo del bancomat di Lotti Nel frattempo si allargano le indagini della Procura di Firenze sulla Fondazione Open, istituita per sostenere le iniziative politiche di Renzi. Il sospetto è che, sia in entrata che in uscita, le leggi sul finanziamento dei partiti e quella sulle fondazioni non fossero rispettate. Nel mirino della guardia di finanza c'è la gestione dei soldi che confluivano nelle casse della Fondazione e la disponibilità garantita anche ad alcuni componenti del Cda, come Luca Lotti. L'ex ministro dello Sport, oggi parlamentare del Pd, avrebbe avuto in uso un bancomat di Open.

Ma Lotti smentisce: "No bancomat, solo rimborsi spese" "Le ricostruzioni apparse su alcuni quotidiani in merito alle spese sostenute dalla Fondazione Open sono inesatte e fuorvianti. Il quotidiano La Verità scrive che sono indagato, anche se questo non risulta né a me né ai miei legali. Non ci sono carte di credito o bancomat intestati a parlamentari e la Fondazione ha sempre agito nella totale correttezza". Così Lotti che spiega: "Per quanto riguarda la mia attività esistono semplici e regolari indennizzi delle spese che ho sostenuto come membro del Cda della fondazione".

La villa di Renzi e la segnalazione anti riciclaggio La segnalazione dell'Ufficio antiriciclaggio della Banca d'Italia, su alcune operazioni della Cassa di Risparmio di Firenze ha portato all'apertura del fascicolo sulla villa di Renzi, acquistata nel giugno del 2018. Un prestito di 700mila euro sui conti di Renzi datato 12 giugno, arrivato dal conto di Anna Picchioni, mamma dei tre fratelli Maestrelli, ma in particolare di Riccardo, nominato nel maggio 2015 nel cda di Cassa depositi e prestiti. E, anche se l'ex premier ha già restituito quel denaro, gli inquirenti vogliono fare chiarezza sul tipo di rapporti e sulle relazioni che hanno portato al passaggio di soldi. 

I redditi di Renzi che fanno discutere: "Guadagno oltre un milione l'anno" Renzi dice di non avere nulla da nascondere soprattutto per quel che riguarda i propri redditi. Ma sono proprio le cifre da lui dichiarate in conferenza stampa che fanno un po' discutere: "Nell'anno 2018 ho ricevuto un importante ritorno economico dalle mie attività, una dichiarazione dei redditi di 830mila euro e nel 2019 più di un milione di euro". "All'inizio, prima delle elezioni avevo in banca 15mila euro. Adesso guadagno molto meglio. Ho pagato 500mila euro di tasse. I miei denari sono pubblici. Non c'entra nulla con la fondazione", aveva detto Renzi.