5 LE CITTA' IN LIZZA

Il governo candida Roma come sede dell'Autorità Ue antiriciclaggio

04 Lug 2023 - 12:59
 © ansa

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Il governo candida Roma per ospitare la sede dell'Autorità europea antiriciclaggio. Secondo quanto si apprende la scelta tra le città in lizza, cioè Milano, Roma, Bari, Torino e Palermo, è caduta sulla Capitale. Roma è stata preferita alle altre in base ai criteri di selezione forniti dall'Unione europea per individuare la località migliore per l'attività. 

I compiti della nuova autorità

 L'Autorità europea antiriciclaggio, è stata istituita nel giugno 2022. La proposta era stata approvata nelle sue linee generali durante il consiglio dell’Ue e faceva parte di un pacchetto di iniziative legislative. Lo scopo è quello di rafforzare le norme dell’Ue in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo presentato dalla Commissione nel luglio del 2021. Data la natura transfrontaliera della criminalità la nuova Autorità avrebbe il compito di apportare un contributo forte alla lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Tra gli altri compiti l’Amla contribuirà all’armonizzazione e al coordinamento delle prassi di supervisione nel settore finanziario e in quello non finanziario, alla supervisione diretta dei soggetti finanziari a rischio elevato e transfrontalieri e al coordinamento delle autorità di informazione finanziaria.

Aumentano le operazioni sospette

 Sotto la lente d'ingrandimento dell'Autorità, ci saranno soprattutto le risorse economiche congelate a soggetti russi e bielorussi in seguito alle sanzioni adottate dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Ville, yacht di lusso e liquidità per un totale di circa 2 miliardi di euro. Nella sua relazione annuale, il direttore dell'Unità di Informazione Finanziaria, Enzo Serata, fa il punto: "A fine giugno di quest’anno risultavano congelati 170 rapporti finanziari intestati a 80 soggetti. L’importo totale dei fondi congelati è superiore ai 330 milioni di euro". Si parla di oltre 155.000 segnalazioni di operazioni sospette, circa l’11 per cento in più dell’anno precedente, gran parte delle quali inoltrate dal sistema bancario e finanziario

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