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Renzi chiede un incontro a Conte, il premier: "Ok, mia porta aperta, poi porto l'Agenda 2023 del governo in Aula"

Presumibilmente settimana prossima lʼincontro Conte-Renzi. Intanto, sul Milleproroghe Italia Viva ha votato 10 volte in dissenso rispetto al governo sugli odg

Si avvicina l'ora della verità per il futuro del governo. Il premier Conte, infatti, arrivato a Bruxelles, ha annunciato di avere intenzione di assecondare la richiesta di Renzi e di essere disponibile a incontrarlo come da lui richiesto. "La mia porta è sempre aperta" ha detto il presidente del Consiglio, il quale ha anche annunciato che farà "alcune dichiarazioni al Parlamento" dove preannuncerà "le misure che delineeranno l'agenda 2020-23".

Conte-Renzi, appuntamento a settimana prossima - "Con il presidente del Consiglio ci siamo scambiati dei messaggi in questi giorni. Ieri (mercoledì, ndr) dopo il mio intervento in Senato, mi ha inviato un messaggio. Penso che sia opportuno avere un chiarimento e ho chiesto di vederci". Così Matteo Renzi nel corso di una conferenza stampa al Senato. "Appello" immediatamente accolto dal premier Giuseppe Conte il quale, arrivato a Bruxelles, ha dato appuntamento al leader di Iv: "Ho già risposto. Io sono sempre disponibile. Sicuramente ci vedremo la settimana prossima, la mia porta è sempre stata e sempre sarà aperta". Il premier ha anche rilanciato e, sempre a margine del vertice Ue, ha aggiunto: "Farò alcune dichiarazioni al Parlamento. Preannuncerò le misure che riteniamo servano al Paese, sarà un'occasione per delineare l'agenda 2020-23". Conte ha anche precisato che "sarebbe assolutamente improprio se mi cercassi altre maggioranze" e sulla proposta lanciata da Renzi di una riforma per il Sindaco d'Italia, Conte ha detto: "Non commento iniziative estemporanee".

 

Milleproroghe: Iv ha votato 10 volte in dissenso sugli odg - Tra una minaccia di sfiducia al ministro Bonafede e un avvertimento a Conte sulla prosecuzione dell'avventura di governo, Italia viva continua la sua battaglia in Parlamento. Il partito di Renzi, infatti, ha votato per dieci volte in dissenso rispetto al parere del governo sugli ordini del giorno al decreto Milleproroghe. Tra voti contrari e astensioni, i deputati renziani in Aula alla Camera si sono smarcati dagli altri partiti della maggioranza su temi che  vanno dalla prescrizione, alla plastic e sugar tax, alle opere pubbliche.


Votata la fiducia al decreto Intercettazioni - Nel frattempo a Palazzo Madama è passata la fiducia al decreto Intercettazioni con 156 sì, compresi quelli dei senatori di Italia viva, ma non quello di Renzi, assente e in conferenza stampa. Secondo Piero Grasso di Leu, un voto che rappresenta "anche un attestato di fiducia per il Guardasigilli Bonafede che ha lavorato bene sulle intercettazioni". Renzi ha così replicato: “Il decreto intercettazioni non è di fiducia a un singolo ministro. Grasso non è ancora fra le fonti normative. Le sue valutazioni su cosa sia la mozione di sfiducia si trova nel regolamento del Senato e non nella mente ampia di Grasso”.

 

Zingaretti: "Meno polemiche e più fatti"Prima dell'intervento di Conte da Bruxelles, era arrivata anche la presa di posizione del segretario del Pd, Nicola Zingaretti: "La congiuntura economica resta difficile e le sfide che ci attendono non sono semplici, anche per questo è necessario rilanciare l'innovazione dare nuova concretezza nell'azione di governo. Con meno polemiche e più fatti darsi un orizzonte, un'agenda di provvedimenti condivisi che vogliamo adottare. La frenesia della battaglia politica non deve in alcun modo distrarci dal cuore dei problemi, dal senso profondo del nostro ruolo e dalle reali necessità delle italiane e degli italiani". "Avanti per costruire un'Italia migliore. Non ci sono scuse: serve buon governo. Con una politica utile alle persone" ha concluso Zingaretti.

Renzi: "Non stiamo al governo a tutti i costi, il Pd ci vuole fare fuori" - Dopo l'ennesima giornata fitta di dichiarazioni, Matteo Renzi ha messo ulteriore carne al fuoco sulla sua enews: "Parleremo con il premier Conte e decideremo cosa fare.  Per noi le idee vengono prima delle poltrone.  E non stiamo al governo a tutti i costi, ma solo se possiamo fare cose giuste". Poi l'attacco al Pd: "Loro teorizzano: buttiamo fuori Italia Viva dal governo e prendiamo i responsabili di Forza Italia. Noi diciamo: se questo è ciò che volete, ok. Possiamo perdere le poltrone, ma non possiamo diventare grillini".

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