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Governo, Giarrusso (M5S): "Fiducia solo se il Pd chiarisce su Atlantia"

Unʼintervista del neo ministro De Micheli, che parla di revisione e non di "revoca" delle concessioni al gruppo di cui fa parte Autostrade, scuote il governo Conte 2

Governo, Giarrusso (M5S):
lapresse

Il senatore M5s Mario Giarrusso voterà "la fiducia al governo Conte" soltanto se il nuovo ministro dei Trasporti Paola De Micheli (Pd) "chiarirà su Atlantia".

Il riferimento è a un'intervista alla Stampa in cui la nuova responsabile del dicastero ha escluso la revoca della concessione di Autostrade. "La posizione del M5s è chiara - spiega Giarrusso -: noi siamo per la revoca e non diamo la fiducia se si inizia subito a martellare l'accordo".

Proprio l'intervista della De Micheli, che sembra mettere definitivamente in soffitta i toni bellicosi del suo predecessore Toninelli, ha innescato il nuovo rally del titolo in Borsa."Nel programma di governo c'è scritta una parola precisa e molto diversa rispetto a prima: revisione. Dobbiamo rafforzare gli investimenti, la sicurezza e ridurre i costi per gli utenti", spiegava De Micheli.

Ma dal M5S subito è scattato l'altolà a possibili fughe in avanti. "La De Micheli deve ricordarsi che è al governo grazie a una coalizione di tre forze politiche e lei rappresenta un gruppo che è meno della meta' del Movimento 5 Stelle. Se intende differenziare la propria posizione da quella del M5S può benissimo farlo accomodandosi fuori dal governo e andando all'opposizione immediatamente senza tergiversare" dice Giarrusso. E aggiunge: "Non consentiremo a nessuno, ne' alla De Micheli né ad altri, di utilizzare il metodo Salvini contro il M5S e le sue battaglie. Sulla Gronda di Genova, ad esempio, facciano pace con il cervello, quelli del Pd, perché l'hanno bloccata loro".

Gianluigi Paragone, senatore M5S che si è detto contrario all'accordo con il Pd, in una un'intervista a Radio Popolare ha sostenuto invece che "Toninelli ha pagato un prezzo altissimo per essersi opposto a una delle famiglie piu' potenti che ci sono in Italia e in Europa".

Insomma i primi scossoni al governo arrivano sulle infrastrutture, stesso tema che ha portato alla fine della maggioranza gialloverde. Ed è proprio Luigi Di Maio a dover intervenire per evitare che si vada subito allo scontro aperto: "Non voglio conflitti — dice ai suoi — ma lavorare serenamente. Vi prego di non rispondere alle provocazioni ma di dire al Pd di non comportarsi come la Lega".