Polemica FdI-Colle

Il consigliere Garofani respinge l'ipotesi di un piano del Quirinale contro Meloni: "Solo chiacchiere tra amici, sono amareggiato"

Il segretario del Consiglio Supremo di Difesa contesta la ricostruzione del quotidiano La Verità su presunte manovre contro il premier e ribadisce la propria lealtà istituzionale a Sergio Mattarella

19 Nov 2025 - 10:59
 © Italy Photo Press

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Francesco Saverio Garofani, consigliere del Colle e segretario del Consiglio Supremo di Difesa, interviene per smentire la ricostruzione pubblicata da La Verità circa un presunto "piano del Quirinale per fermare la Meloni". Nell'articolo in prima pagina firmato da Maurizio Belpietro, al consigliere viene attribuita la speranza di un "provvidenziale scossone" per impedire al governo Meloni di vincere le prossime elezioni e di eleggere il futuro sostituto di Sergio Mattarella. In un'intervista al Corriere della Sera, Garofani dichiara che la sua era soltanto "una chiacchierata in libertà tra amici". Afferma di essere colpito dalla "violenza dell’attacco" e confida che fa male "l'impressione di essere stato utilizzato per colpire il presidente".

La ricostruzione contestata e la risposta del consigliere

 Garofani si dice amareggiato per le parole riportate da La Verità, che nell'articolo parla di "strane manovre per impedire non solo una vittoria di Giorgia Meloni, ma che una maggioranza non di sinistra nella prossima legislatura possa decidere il sostituto di Sergio Mattarella" e al consigliere attribuisce questo pensiero: "Un anno e mezzo di tempo forse non basta per trovare qualcuno che batta il centrodestra: ci vorrebbe un provvidenziale scossone". Garofani spiega di aver "letto e riletto Belpietro, senza capire in cosa consisterebbe il complotto" e ribadisce che la sua era soltanto "una chiacchierata in libertà tra amici". Rivendica di "non aver mai fatto dichiarazioni fuori posto, mai esibizioni di protagonismo" e ricorda di aver sempre mantenuto "l'assoluto rispetto per le istituzioni" in tutti i ruoli ricoperti.

La rassicurazione di Mattarella e il riferimento di Garofani alla lealtà istituzionale

 Garofani racconta che il presidente della Repubblica lo ha rassicurato subito dopo l'uscita dell'articolo: "È stato affettuosissimo, mi ha detto 'stai sereno, non te la prendere'". Il consigliere afferma di essere "convinto di aver dimostrato con i fatti l'assoluto rispetto per le istituzioni, in tutti i ruoli che ho ricoperto" e ricorda che "da quando il presidente mi ha fatto l'onore di chiamarmi a collaborare con lui" è stato "sempre convintamente al suo servizio, al servizio dell'istituzione". Precisa inoltre di "non fare politica dal 2018" e di non essere "più iscritto" a un partito da quando è uscito dal Parlamento. Sottolinea infine che la sua "bussola" è la lealtà.

Il profilo personale e la carriera politica di Garofani

 Garofani è un cattolico democratico, romanista sfegatato, appassionato di saggi e di gialli. Laureato in Lettere e Filosofia e giornalista professionista dal 1990, ha iniziato a La Discussione per poi approdare al Il Popolo, che ha diretto dal 1995 al 2003 e dove ha consolidato il rapporto con Sergio Mattarella, allora direttore politico del quotidiano. In Parlamento arriva nel 2006 con la Margherita di Francesco Rutelli e dal 2015 al 2018 presiede la Commissione Difesa della Camera. Gli ex colleghi democratici lo descrivono come uomo taciturno, schivo, riservato, rigoroso, moderato, prudente, a tratti persino ermetico.

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