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Famiglia, Di Maio: "Al Congresso di Verona non ci saranno parlamentari M5s"

Il vicepremier punta il dito contro il Congresso delle Famiglie, in programma dal 29 al 31 marzo: "Si arriva persino a negare il tema della violenza contro le donne"

Famiglia, Di Maio:
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"Ve lo dico: se qualcuno di voi pensa che la donna debba restarsene a casa a farsi dire quello che deve fare, allora il Movimento 5 Stelle non è per voi".

Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio, ribadendo la sua contrarietà al forum sulla famiglia. "Io a un convegno come quello di Verona, dove si arriva persino a negare il tema della violenza contro le donne, non ci vado. E non ci andrà nessun parlamentare del Movimento", aggiunge Di Maio.

Il ministro del Lavoro ha ribadito che il M5s "ha un'altra idea di mondo. Noi pensiamo che la famiglia sia sacra, ma crediamo anche nelle libertà, nei valori, nel progresso. E vi dirò, questi valori a me li ha insegnati proprio mia madre". Il Congresso delle Famiglie, fortemente voluto dal ministro Fontana, è in programma dal 29 al 31 marzo nella città scaligera.

"Se tocchi una donna, sconti fino a 12 anni" - Il vicepremier ha poi ringraziato al suo collega della Giustizia, Alfonso Bonafede, "per l'introduzione di una serie di misure nel Codice Rosso che puntano a elevare le pene per i reati di violenza sessuale, stalking e maltrattamenti in famiglia. Se tocchi una donna, sconti fino a 12 anni di carcere. Grazie Alfonso, grazie perché questo è un importante passo di civiltà in un momento in cui il Paese ne ha veramente bisogno".

Organizzatori contro il vicepremier: "Frasi di Di Maio da querela" - "Di Maio ha scelto la poltrona comoda della casta e di offendere le famiglie. Le sue affermazioni di oggi su Facebook sono da querela". Lo affermano in una nota Antonio Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vicepresidente del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona, commentando il post del vicepremier. "Lo abbiamo già scritto e abbiamo già smentito - proseguono annunciando anche azioni legali - che è solo fango. Noi non vogliamo obbligare la donna a lavare e stirare, quella è la macchietta che dipingono certi giornali. Noi siamo per l'art. 37 della Costituzione che parla di promozione di politiche che assicurino alla donna lavoratrice 'gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore' e condizioni di lavoro che consentano 'l'adempimento della sua essenziale funzione familiare'".