Caso Pozzolo, parla il deputato: "Dirò ai magistrati chi ha sparato, non sono stato io"
Nella prima intervista dopo quanto accaduto alla festa di Capodanno a Rosazza (Biella), si dice "sereno". E sulla sospensione dal gruppo parlamentare di FdI commenta: "Ne prendo atto e lo accetto"
Dopo la sospensione dal gruppo parlamentare di Fratelli d'Italia, Emanuele Pozzolo torna a parlare in un'intervista a La Repubblica.
Si dice "sereno", speranzoso "che la verità dei fatti emerga" e "convinto che l'incidente verrà qualificato come tale". Il deputato è indagato per lesioni aggravate a causa di quanto accaduto a una festa di Capodanno a Rosazza (Biella), dove un colpo partito dalla sua pistola ha ferito alla gamba il 31enne elettricista Luca Campana, genero del capo scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Pozzolo, però, ribadisce ancora una volta di non essere stato lui a sparare e attende di parlare con la magistratura per esporre la sua versione dei fatti. Sulla sospensione dal gruppo parlamentare, il deputato afferma: "Ne prendo atto e lo accetto".
Pozzolo verrà convocato dalla procura di Biella probabilmente dopo che saranno ascoltati i vari testimoni presenti alla festa. Il deputato confida nella magistratura e si dice "sicuro che la verità, in questo caso sia semplice. E che emerga. Proprio e anche perché, riguardo a quanto è successo, si tratta di una fattispecie di situazione giuridica piuttosto ben chiara".
L'odio social e i titoli di giornali
Nel corso dell'intervista, Pozzolo denuncia "i commenti terribili che sono girati sui social contro di me e contro i miei cari" e "alcuni giornali che mi hanno definito, per esempio, pistolero. Lo scrive gente che non sa minimamente cosa è capitato quella notte". Poi conclude evidenziando una "sproporzione immensa tra quanto è successo e l'eco mediatico che ne è derivato".
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