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Draghi: "Lavoriamo per la pace in Ucraina, la priorità è il cessate il fuoco"

"Vogliamo Kiev nell'Unione Europea". Il premier italiano nella Plenaria di Strasburgo traccia le linee per il futuro dell'Unione

Ansa

Aiutare l'Ucraina vuol dire "soprattutto lavorare per la pace".

È quanto afferma Mario Draghi, intervenendo a Strasburgo alla plenaria del Parlamento europeo e ribadendo la condanna dell'invasione russa. "La nostra priorità è raggiungere quanto prima un cessate il fuoco, che darebbe anche nuovo slancio ai negoziati. L'Europa può e deve avere un ruolo centrale nel favorire il dialogo", ha sottolineato il premier. Nel suo discorso, Draghi ha poi assicurato il suo "impegno in prima linea per disegnare la nuova Europa. Abbiamo reso l'Ue uno spazio non solo economico, ma di difesa dei diritti e della dignità dell'uomo. È un'eredità che non dobbiamo dissipare".

La situazione in Ucraina - "La guerra in Ucraina pone l'Unione europea davanti a una delle più gravi crisi della sua storia. Una crisi che è insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica - ha aggiunto Draghi - L'Italia, come Paese fondatore dell'Ue, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica". 

 

"Vogliamo l'Ucraina nell'Ue" - "La piena integrazione dei Paesi che manifestano aspirazioni europee non rappresenta una minaccia per la tenuta del progetto europeo. È parte della sua realizzazione. L'Italia sostiene l'apertura immediata dei negoziati di adesione con l'Albania e con la Macedonia del Nord, in linea con la decisione assunta dal Consiglio Europeo nel marzo 2020. Vogliamo dare nuovo slancio ai negoziati con Serbia e Montenegro, e assicurare la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo favorevoli all'ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l'Ucraina nell'Ue", ha poi detto Draghi.

 

 

Continueremo ad appoggiare Ue in sanzioni - "La guerra in Ucraina ha mostrato la profonda vulnerabilità di molti dei nostri Paesi nei confronti di Mosca. L'Italia è uno degli Stati membri più esposti. Una simile dipendenza energetica è imprudente dal punto di vista economico, e pericolosa dal punto di vista geopolitico. L'Italia intende prendere tutte le decisioni necessarie a difendere la propria sicurezza e quella dell'Europa. Abbiamo appoggiato le sanzioni che l'Ue ha deciso di imporre nei confronti della Russia, anche quelle nel settore energetico. Continueremo a farlo con la stessa convinzione in futuro". Lo ha sottolineato il premier.

 

"Tetto al gas serve per tagliare i fondi a Putin" - "Sin dall'inizio della crisi, l'Italia ha chiesto di mettere un tetto europeo ai prezzi del gas importato dalla Russia. Mosca vende all'Ue quasi due terzi delle sue esportazioni, in larga parte tramite gasdotti che non possono essere riorientati verso altri acquirenti. La nostra proposta consentirebbe di utilizzare il nostro potere negoziale per ridurre i costi esorbitanti che oggi gravano sulle nostre economie. Questa misura consentirebbe di diminuire le somme che ogni giorno inviamo a Putin, e che inevitabilmente finanziano la sua campagna militare", ha dichiarato il presidente del Consiglio.
 

"Contro caro energia serve decisione forte Ue" - Il premier ha poi parlato del prezzo dell'elettricità, dicendo che "In Italia, nei primi 4 mesi di quest'anno, è quadruplicato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso con un impatto durissimo sull'economia". "L'Italia, da sola, ha speso circa 30 miliardi di euro quest'anno". Ma "il problema è sistemico e va risolto con soluzioni strutturali, che spezzino il legame tra il prezzo del gas e quello dell'elettricita'. Il problema del costo dell'energia sarà al centro del prossimo Consiglio Europeo. C'è bisogno di decisioni forti e immediate".

 

"Istituzioni Ue inadeguate, ora revisione trattati" - Il premier ha anche affrontato il tema delle istituzioni europee e dei trattati. "Le istituzioni europee che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti - ha detto - Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso: dall'economia, all'energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l'inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia". 

 

"Andiamo verso scelte a maggioranza qualificata" - "Dobbiamo superare il principio dell'unanimità, da cui origina una logica intergovernativa fatta di veti incrociati, e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata. Un'Europa capace di decidere in modo tempestivo è un'Europa più credibile di fronte ai suoi cittadini e di fronte al mondo", ha aggiunto il premier. "Abbiamo reso l'Ue uno spazio non solo economico, ma di difesa dei diritti e della dignità dell'uomo. È un'eredità che non dobbiamo dissipare". "Ora è il momento di portare avanti questo percorso. Il 9 maggio si conclude la Conferenza sul Futuro dell'Europa e la Dichiarazione finale ci chiede di essere molto ambiziosi. Vogliamo essere in prima linea per disegnare la nuova Europa. In un quadro geopolitico divenuto improvvisamente molto più pericoloso e incerto, dobbiamo affrontare l'emergenza economica e sociale e garantire la sicurezza dei nostri cittadini", ha sottolineato.

 

"Il buon governo non è limitarsi a rispondere alle crisi del momento. È muoversi subito per anticipare quelle che verranno", ha poi detto il presidente del Consiglio Mario Draghi durante suo intervento. "I padri dell'Europa ci hanno mostrato come rendere efficace la democrazia nel nostro continente nelle sue progressive trasformazioni. L'integrazione europea è l'alleato migliore che abbiamo per affrontare le sfide che la storia ci pone davanti. Oggi, come in tutti gli snodi decisivi dal dopoguerra in poi, servono determinazione, visione, unità. Sono sicuro che sapremo trovarle ancora una volta, insieme", ha concluso.

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