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Dl Semplificazioni, Mattarella firma la legge ma ammonisce: "Basta con l'inserimento di norme eterogenee"

Il capo dello Stato ha voluto mettere lʼaccento sul problema di provvedimenti dʼurgenza che diventano impropriamente contenitori di norme spesso buttate dentro allʼultimo minuto

 sergio mattarella coronavirus

Mattarella ha promulgato il dl Semplificazioni ma ha accompagnato la firma con una lettera ai presidenti di Camera e Senato e al premier nella quale sottolinea come "diverse disposizioni" non risultino riconducibili alle finalità originarie. Ha quindi invitato il governo "a vigilare affinché nel corso dell'esame parlamentare dei dl non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all'oggetto e alle finalità dei provvedimenti d'urgenza".

Mattarella firma per la "difficile congiuntura economica" "Ho proceduto alla promulgazione soprattutto in considerazione della rilevanza del provvedimento nella difficile congiuntura economica e sociale", si legge nella lettera del capo dello Stato, in cui Mattarella ha voluto sottolineare il problema di provvedimenti d'urgenza che diventano impropriamente contenitori di norme eterogenee spesso buttate dentro all'ultimo minuto. E per far comprendere quanto il problema sia serio cita una sentenza della Corte costituzionale che richiama i principi della legge n. 400 del 1988 che annovera tra i requisiti dei decreti legge "l'omogeneità di contenuto".

 

Gli "articoli incriminati" Il vulnus che ha spinto il capo dello Stato a prendere carta e penna è stato determinato dall'inserimento ingiustificato nel decreto di quindici articoli del Codice della strada, che, si sottolinea nella lettera, "non risultano riconducibili alle predette finalità e non attengono a materia originariamente disciplinata dal provvedimento". Per questo Mattarella ha deciso di coinvolgere sia il Parlamento che il governo affinché da oggi in poi prestino maggiore attenzione. Il presidente ha infatti invitato il governo "a vigilare affinché nel corso dell'esame parlamentare dei decreti legge non vengano inserite norme palesemente eterogenee rispetto all'oggetto e alle finalità dei provvedimenti d'urgenza".

 

Ai presidenti delle Camere chiede invece di rappresentare "al Parlamento l'esigenza di operare in modo che l'attività emendativa si svolga in piena coerenza con i limiti di contenuto derivanti dal dettato costituzionale".

 

In sostanza ha vinto la ragione di Stato: la difficile situazione economica e sociale del Paese non permette ulteriori ritardi nell'attuazione finale di un provvedimento così corposo come effettivamente è il decreto Semplificazioni. E' lo stesso capo dello Stato a spiegarlo nella sua missiva di richiamo: "Il decreto-legge intende corrispondere alla duplice esigenza di agevolare gli investimenti e la realizzazione delle infrastrutture attraverso una serie di semplificazioni procedurali, nonché di introdurre una serie di misure di semplificazione in materia di amministrazione digitale, responsabilità del personale delle amministrazioni, attività imprenditoriale, ambiente ed economia verde, al fine di fronteggiare le ricadute economiche conseguenti all'emergenza epidemiologica da Covid-19".

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