Luigi Di Maio e il nuovo incarico Ue per il Golfo: ecco lo stipendio d'oro
Minimo 13mila al mese per l'ex leader del M5S che dovrebbe avere diritto anche a immunità, rimborsi per lo staff e passaporto diplomatico
Manca solo l'ufficialità della nomina, attesa a giorni, ma non ci sono dubbi che quello di Luigi Di Maio, sarà uno stipendio d'oro.
Per il suo ruolo da inviato speciale dell’Unione Europea per il Golfo Persico, l'ex leader pentastellato percepirà un minimo di 13mila euro mensili (netti) a cui si aggiungono vari benefit. Per 21 mesi, fino a febbraio 2025 godrà anche dello status di diplomatico, con passaporto e immunità.
Lo stipendio
La remunerazione precisa "dovrà essere determinata tramite un accordo diretto tra l’advisor e l’autorità" precisa un portavoce della Commissione Ue. Ma la cifra potrebbe salire anche oltre i 16mila euro al mese in caso di trasferimento all'estero. Lo afferma il presidente del gruppo parlamentare europeo Identità e Democrazia, ed eurodeputato della Lega Marco Zanni, che ha presentato un'interrogazione alla Commissione Ue. "Si desume che la retribuzione per tale ruolo potrebbe corrispondere a quella di un AD14-15- spiega Zanni -Consultando il tabellario Ue tale posizione, ha sottolineato Zanni, risulta essere retribuita con minimo 13.000 euro al mese, e con la possibilità di salire oltre i 16.000".
Di cosa si occuperà
Di Maio dovrà gestire gli approvvigionamenti di gas e petrolio che provengono dalla regione del Golfo Persico, oltre che i rapporti, piuttosto tesi, del nostro paese con l'Iran. A differenza degli ambasciatori per l’Unione europea, che rappresentano l’Ue in un singolo Paese, i rappresentanti speciali hanno responsabilità su questioni specifiche, in genere conflitti, che interessano regioni particolari o aree sovranazionali. Il ruolo dell'ex pentastellato potrebbe dunque essere equiparato a quello di un sottosegretario agli esteri con delega per una particolare area o territorio. Mansioni che hanno suscitato alcune perplessità: "Luigi Di Maio durante il suo mandato come titolare della Farnesina ha creato in maniera ripetuta incidenti diplomatici con alcuni Paesi parte del Golfo Persico" sottolinea ancora Zanni. "Di Maio ha presentato la candidatura quando era ministro degli Esteri” in un governo precedente, quindi “non è il candidato del governo”, ha ribadito anche questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo.
Gli altri nomi in lizza
L'incarico all'ex capo dei 5Stelle, arriverebbe direttamente dall'Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell'Unione Europea, Josep Borrell che avrebbe caldeggiato la sua nomina, nonostante il parere contrario dell'esecutivo italiano. Sarà lui ad avere l’ultima parola dopo l’indicazione del panel tecnico. Eppure, Luigi Di Maio avrebbe sbaragliato la concorrenza di altri tre candidati illustri. Il cipriota Markos Kyprianou (ex ministro degli Esteri, specializzato in diritto internazionale a Cambridge e in diritto societario ad Harvard), lo slovacco Jan Kubis (ex inviato Onu in Libia ed ex rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite in Afghanistan prima e in Libia poi). Infine, il greco Dimitris Avramopoulos (ex ministro ed ex commissario europeo).
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