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Di Maio: "Molti vogliono far litigare me e Salvini, non ci riusciranno"

Scontro, poi rientrato, tra i vicepremier. Il ministro del Lavoro parla anche delle pensioni dʼoro: "Vanno tagliate, non si discute"

Di Maio:
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Botta e risposta tra i vicepremier Luigi di Maio e Matteo Salvini.

Commentando l'incontro del leghista con gli imprenditori, il ministro del Lavoro ha detto: "Ora ci aspettiamo i fatti e i fatti si fanno al Mise, perché è il Mise che si occupa delle imprese". Il ministro dell'Interno non ha tardato a replicare: "A me interessa la sostanza, io incontro, ascolto, propongo, miglioro. A me interessa che il governo nel suo complesso aiuti gli italiani".

La stoccata di Di Maio - A proposito di Salvini, Di Maio ha così risposto ai cronisti che gli chiedevano se non si sentisse "scavalcato" dal ministro dell'interno che ieri ha incontrato gli imprenditori: "Tutti i ministri hanno il dovere di incontrare sempre le imprese. Come ha detto il presidente Boccia ora ci aspettiamo i fatti e i fatti si fanno al Mise, perché è il Mise che si occupa delle imprese". 

Salvini ribatte: "Io guardo alla sostanza" - Non si è fatta attendere la replica di Matteo Salvini: "A me interessa la sostanza, io incontro, ascolto, trasferisco, propongo, miglioro poi a me interessa che il governo nel suo complesso aiuti gli italiani. Ognuno fa il suo", ha detto il ministro dell'Interno a margine di un incontro a porte chiuse con i vertici delle associazioni territoriali lombarde di Confindustria a proposito del suo incontro di ieri con alcune sigle sindacali e del relativo commento di Di Maio. 

Di Maio: "Nessuna frecciatina" - A gettare acqua sul fuoco, alla fine, ci ha pensato lo stesso Di Maio. "Salvini può parlare con le industriali? Ma certo, ogni giorno vedo titoli e contro titoli per farci litigare, non credo ci riusciranno, è un rapporto politico che ha superato molte difficoltà in questi mesi. Molti sperano che questo governo vada a casa, per me ogni ministro deve incontrare gli imprenditori, ma incontriamo tutte le sigle delle imprese italiane", ha spiegato Di Maio a "Quarta Repubblica". "La frase al Mise si fanno i fatti non era una frecciatina, semplicemente il Ministero dello Sviluppo economico si occupa delle imprese", ha aggiunto.

Il taglio alle pensioni d'oro - Le pensioni d'oro "vanno tagliate, su questo non si discute". E' quanto ha poi affermato il vicepremier Luigi Di Maio, sottolineando che "il M5s è per tagliare tutte le pensioni d'oro e ribadiremo la nostra posizione al presidente del Consiglio nelle riunioni di maggioranza". "Sono sicuro che troveremo una soluzione con la Lega, perché nessuno è così suicida da voler bloccare il taglio in un momento in cui gli italiani sono arrabbiati", ha aggiunto.

"I cittadini italiani confidano nel governo" - Di Maio ha quindi specificato che l'intenzione è quella di tagliare le pensioni che non meritano di essere così alte perché le persone non si sono versate i contributi". Secondo il vicepremier, i cittadini in Italia "confidano in un governo che tagli tutti gli abusi, le ingiustizie e gli sprechi, mentre in altri Paesi scendono in piazza contro i governi". 

"Proposte Ue? Non tradisco gli italiani" - In merito alle presunte proposte in arrivo dalla Commissione europea su quota 100 e reddito di cittadinanza di cui parlano i giornali, Di Maio è stato chiaro: "Presuppongono un tradimento degli italiani ma io gli italiani non li tradisco". Piuttosto il vicepremier punta a "soluzioni di compromesso" pur sottolineando ancora che "se mi si chiede di tradire le promesse fatte agli italiani hanno sbagliato persone e governo".

Misure irrinunciabili - Dopo la firma  del Protocollo di Intesa tra Mise e Regione Lazio per la diffusione di connettività wi-fi e piattaforme intelligenti sul territorio italiano, Di Maio ha spiegato che "il bilancio dello stato è di centinaia di miliardi di euro: noi spendiamo 15 miliardi per mandare in pensione le persone e per trovare lavoro a giovani e meno giovani e tutti pensano a questi 15 miliardi e non agli altri soldi da rimodulare. Qui si sta chiedendo di rinunciare alle uniche due misure irrinunciabili", ha aggiunto.