2026-2028

Migranti, via libera dal Cdm al nuovo decreto flussi triennale

Con il provvedimento è previsto l'arrivo in Italia di quasi mezzo milione di lavoratori

30 Giu 2025 - 19:41
 © Da video

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Il Consiglio dei ministri ha approvato il Dpcm relativo alla programmazione dei flussi d'ingresso legale in Italia, inerente ai lavoratori stranieri, per il triennio 2026-2028. Il Dpcm dovrebbe prevedere l'ingresso di circa mezzo milione di lavoratori.

Ingresso in Italia di manodopera

 L'obiettivo del provvedimento, si legge ancora, è di consentire l'ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale e altrimenti non reperibile. Inoltre, con la stabile individuazione di un meccanismo d'immigrazione legale e controllato, si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i Paesi di origine dei flussi migratori e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità nell'ingresso e permanenza nel nostro Paese, nella lotta contro il lavoro sommerso e allo sfruttamento dei lavoratori.

Quasi 500mila ingressi in tre anni

 Il decreto prevede, per il 2026, 164.850 ingressi autorizzati. Nell'arco del triennio 2026-2028 le unità autorizzate saranno 497.550, con la seguente ripartizione: - lavoro subordinato non stagionale e autonomo, 230.550 unità; - lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico, 267.000 unità.

La partecipazione delle parti sociali

 Le quote sono state determinate tenendo conto dei fabbisogni espressi dalle parti sociali e delle domande di nulla osta al lavoro effettivamente presentate negli anni scorsi, con l'obiettivo di una programmazione che recepisca le esigenze delle imprese e che sia anche realistica.

Potenziare la formazione dei lavoratori nei Paesi d'origine

 Resta ferma la volontà di incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del "click day", che potrà avvenire seguendo un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine.

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