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Taglio stipendi parlamentari, ddl M5s alla Camera

Atteso il voto: Brunetta e Fiano contrari, Di Battista "chiama" il premier: "Guarda cosa sostenevi..."

Un giorno di passaggio, comunque caratterizzato dall'alta tensione.

La discussione alla Camera sul ddl a prima firma Roberta Lombardi del Movimento Cinque Stelle è entrata nel vivo, in attesa delle 15 di martedì 25 ottobre, quando la proposta di legge sarà discussa al terzo punto dell'ordine del giorno (ma l'eventuale voto potrebbe ulteriormente slittare). Il ddl Lombardi, ovviamente sostenuto da tutto il M5s, prevede il dimezzamento del salario di deputati e senatori, e garantisce risparmi fino a 87 milioni di euro all'anno.

La proposta prevede di tagliare del 50 per cento la parte fissa dell'indennità (da 5mila a 2500 euro netti al mese) e ridurre la diaria: 61 milioni di risparmi arriverebbero dalle indennità, 25 milioni dalle spese. "Più di quanto si risparmierebbe con la riforma costituzionale", ribadisce Beppe Grillo. I risparmi della riforma costituzionale, infatti, secondo quanto riportato dalla ragioneria dello stato, sarebbero infatti poco più di 50 all'anno.

La giornata - Clima teso, in Aula. Diversi gli interventi. Tra i primi a parlare, Renato Brunetta di Forza Italia. Bocciata la proposta del M5s, e proposta una "indennità uguale al reddito pregresso". "Se è vero, com'è vero, che non bisogna, non è corretto, e non è legittimo arricchirsi facendo politica - ha detto Brunetta - è da considerarsi altrettanto giusto che non ci si debba impoverire, guadagnare meno dall'attività che si porta avanti ogni giorno con passione. Troppo facile non vedere che dietro l'attività parlamentare c'è un lavoro quotidiano nelle Commissioni, nelle piazze, nel Paese reale". Emanuele Fiano del Pd, invece, oltre a dirsi contrario al disegno di legge Lombardi, ha attaccato il M5s accusando gli avversari politici di utilizzare in "modo disinvolto diaria e rimborsi" e sostenendo che il "taglio concreto dei costi si ottiene solo grazie alle riforme".

Il M5s posta un video a fine giornata: "Renzi diceva 'tagliamo gli stipendi'" - Sono stati diversi gli appelli rivolti dal Movimento Cinque Stelle alla altre forze politiche in questi giorni. L'obiettivo è quello di convincere gli altri parlamentari della Repubblica a fare come sono abituati a fare in casa pentastellata (per volontà personale e per quanto previsto dal 'non Statuto'). In attesa di scoprire cosa ha in mente Beppe Grillo (che parteciperà alle prossime discussioni dall'Aula di Montecitorio), all'attacco di Renzi e del Pd è andato Alessandro Di Battista, che sulla sua pagina Facebook ha pubblciato un video con le parole di Renzi del febbraio 2012. Le parole dell'attuale premier: "In un momento nel quale la gente vive le difficoltà che conosciamo, c'è la grande riforma delle pensioni, ce ne saranno altre perché si va a liberalizzare. Quindi si va a togliere dei privilegi ad alcune categorie. Ma i primi che devono togliersi i privilegi sono i parlamentari stessi. Non puoi cavartela dicendo 'siamo mille, evitiamo di costare di più'. No, iniziate a dimezzare il costo dei vostri stipendi, e vale anche per i consiglieri regionali". Gli animi si scalderanno. Poco ma sicuro.